Oggi inauguriamo la rubrica dedicata agli appassionati dell’horror. Uno spazio in cui verranno recensite e consigliate diverse pellicole appartenenti a questo genere. L’obiettivo è fornire una nuova prospettiva sui classici e approfondire le uscite più recenti, incoraggiandovi a guardare qualcosa di nuovo o a fare un rewatch tattico.
Cominciamo con quella che è indubbiamente una saga, considerando l’attesa del terzo e conclusivo volume ideato da Ti West, intitolato “X: A Sexy Horror Story”, seguito dal suo sequel “Pearl”. Le due pellicole sono state girate praticamente contemporaneamente e sono arrivate nelle sale italiane praticamente nello stesso anno.
Tuttavia, gli eventi nel primo volume della saga si collocano temporalmente dopo quanto mostrato nel secondo. Pertanto, nonostante siano fruibili singolarmente, consigliamo di accedere al proprio account Prime e guardarli in sequenza. Il primo è disponibile con l’abbonamento standard alla piattaforma, mentre è possibile noleggiare il secondo. Mentre “MaXXXine” è in lavorazione, non resta che conoscere meglio la storia della sua protagonista.
![La saga di Ti West da consumare trattenendo il respiro](https://i0.wp.com/www.lapiziaviewsmagazine.it/wp-content/uploads/2024/10/copertine-articoli-18-1.png?resize=640%2C336&ssl=1)
L’attrice principale è Mia Goth, che interpreta magnificamente i duplice ruoli di Maxine e Pearl, due donne che si trovano agli estremi della vita. Ciò che accomuna queste due donne è l’amore per il cinema, sebbene nutrito in modi diversi. Maxine è una promettente attrice hard, mentre Pearl è una donna che ha sempre coltivato l’idea di sfondare nel mondo dello spettacolo.
In “X,” il cinema si mescola al sesso e alla giovinezza, e l’ossessione per il declino di quest’ultima guida le azioni di Pearl. Antagonista di Maxxine, Pearl vede in lei tutto ciò che avrebbe potuto essere ma non è stata. Entrati nelle mura domestiche della fattoria, si rivela quanto sia fragile la psiche umana, specialmente di fronte alle disillusioni che la vita porta con sé. Frammenti di dolore e dispiacere per non aver ottenuto ciò che si desiderava conducono a azioni malevole. In questo modo, Ti West non costruisce la classica Final Girl, cara al mondo dell’orrore, ma un personaggio smaliziato e quasi isterico. Maxine dovrà lottare fino allo stremo per sfuggire alle grinfie di Pearl.
Da una parte, c’è malizia, sesso e giovinezza; dall’altra, c’è la creazione di quell’ossessione. “Pearl,” infatti, evidenzia gli aspetti più fragili della sua protagonista nel 1918, sessantuno anni prima degli eventi narrati in “X.” In un viaggio dell’eroina, anche se non possiamo definirlo così secondo l’etimologia più canonica, affrontiamo ciò che ha spinto Pearl a diventare ciò che conosciamo.
![](https://i0.wp.com/www.lapiziaviewsmagazine.it/wp-content/uploads/2024/10/copertine-articoli-19-1.png?resize=640%2C336&ssl=1)
Qui si crea il mostro: una ragazza che torna sotto il tetto genitoriale nonostante sia sposata con un uomo partito per il fronte. Una giovane donna che desidera vivere di ballo e canto, ma che deve accettare troppi compromessi per farlo. La sua vita diventa l’emblema di come i traumi causati da violenze e costrizioni familiari possano generare mostri alla true crime.
Ciò che Ti West propone con queste due pellicole è un attento viaggio nella psiche umana, femminile in questo caso. C’è competizione, così come la volontà di riuscire. Sentimenti che si tingono di rosso quando raggiungono l’ossessione e si impregnano di una totale perdita di controllo.