Dopo il successo del suo acclamato Niente di nuovo sul fronte occidentale, il regista Edward Berger torna con Conclave, un thriller politico e psicologico basato sull’omonimo romanzo di Robert Harris. Ambientato tra le mura segrete del Vaticano, il film segue uno degli eventi più segreti e antichi del mondo: il processo di elezione papale. Con una profondità e una tensione rare, Berger affronta temi di potere, fede e moralità in un contesto intriso di intrighi e ambizioni.
La trama si sviluppa seguendo il cardinale Lawrence, decano del Collegio dei Cardinali, alle prese con le dinamiche di potere tra i principali contendenti al trono papale. Tra questi spiccano il conservatore cardinale Tedesco (Sergio Castellitto), il progressista cardinale Bellini (Stanley Tucci), il calcolatore cardinale Tremblay (John Lithgow) e il carismatico cardinale Adeyemi (Lucian Msamati). L’arrivo imprevisto di una figura enigmatica, il cardinale Benitez (Carlos Diehz), aggiunge ulteriore complessità a un processo già intricato, con implicazioni che toccano sia la politica ecclesiastica che la fede personale di Lawrence.
![Conclave](https://i0.wp.com/www.lapiziaviewsmagazine.it/wp-content/uploads/2024/12/copertine-articoli-13-1.png?resize=640%2C336&ssl=1)
Le interpretazioni sono tutte eccezionali, capitanate da Fiennes che offre una performance intensa e stratificata degna di tutti i riconoscimenti di questa stagione dei premi. La sua interazione con Tucci, che interpreta un cardinale idealista e riluttante al potere, è particolarmente memorabile. Una menzione d’onore va a Isabella Rossellini, nei panni della suora Agnes, lascia con pochissimi minuti un’impronta indelebile, incarnando il silenzioso potere femminile in un mondo dominato da uomini.
Uno degli aspetti più impressionanti del film è la regia di Berger, che riesce a bilanciare momenti di intima introspezione con scene di tensione mozzafiato. La fotografia di Stéphane Fontaine cattura la maestosità e l’austerità degli interni vaticani. Colori ricchi e saturi in una sorta di evocazione delle opere di Tiziano. La sceneggiatura di Peter Straughan è un capolavoro di dialoghi incisivi e colpi di scena ben dosati. Dinamiche di potere viste in serie come Succession o House of Cards.
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Un discorso a sé stante va dedicato alla colonna sonora, una delle più interessanti dell’anno. Composta dal tedesco Volker Bertelmann, è un esempio magistrale di coesione tematica e profondità emotiva, guidata quasi interamente dalla potenza evocativa degli archi. La musica cattura perfettamente il senso di “blocco” che permea il film, con pattern ciclici e ripetitivi degli archi, texture profonde e lamentose delle viole e ostinati tesi dei violoncelli. Questi elementi sono arricchiti da passaggi fluttuanti dei violini, culminando in accordi potenti e risonanti che risultano al contempo opprimenti e solenni. Man mano che la storia si sviluppa, la musica si trasforma sottilmente, rispecchiando la graduale rivelazione dei segreti. Per poi esplodere nel trionfante Postlude of Conclave, che chiude il percorso narrativo con una sensibilità e una profondità straordinarie.
Con un cast stellare e una produzione impeccabile, Berger consegna un’opera che non è solo un film sull’elezione di un nuovo Papa. Un’affilata critica su argomenti scomodi come corruzione, il conflitto tra progresso e conservatorismo nella Chiesa e persino la minaccia del terrorismo. Conclave è un thriller avvincente e un’esplorazione profonda delle fragilità umane, che conferma il regista come uno dei maestri contemporanei della narrazione cinematografica. Una pellicola destinata a rimanere nel tempo e che merita tutta l’attenzione che sta già ricevendo all’estero. Che gli spettatori accorrano numerosi. Amen.