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Il 6 agosto 1919 nasce Zorro, l’eroe mascherato creato da Johnston McCulley. Coraggioso, astuto e maestro di scherma, debutta nel racconto “The Curse of Capistrano”. Già nel 1920, col film muto Il segno di Zorro, il personaggio conquista il cinema, dando vita a una saga di lungometraggi, tra cui commedie come Il sogno di Zorro con Walter Chiari. Zorro è diventato icona di giustizia anche in serie TV, live-action e animate, che ne hanno amplificato il mito nel tempo.

Personaggio fondamentale per la cultura pop (senza di lui avremmo mai avuto Batman?) che è diventato di dominio pubblico nel 2013. Paradossalmente dopo quella data è stata prodotta solo una serie animata su di lui. Fino al 2024, anno in cui sono state prodotte due nuove serie dedicate a Zorro. Una spagnola con Miguel Bernardeau, in onda su Canale 5 dal 7 gennaio 2025; e una francese con Jean Dujardin, premio Oscar, nel ruolo del celebre giustiziere mascherato. Proprio quest’ultima è oggetto della nostra analisi: le sue puntante sono su Paramount+ a partire dal 6 dicembre 2024.

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Sono trascorsi vent’anni da quando Don Diego De La Vega ha messo da parte il mantello di Zorro per dedicarsi al matrimonio con Gabriella (Audrey Dana) e alla gestione dell’azienda di famiglia. Nel frattempo, suo padre, Don Alejandro de la Vega (André Dussollier), ha ricoperto il ruolo di stimato sindaco di Los Angeles. Alla sua morte, dovuta all’età avanzata, Diego deve succedergli come nuovo sindaco.

Un compito davvero difficile: Diego vorrebbe guidare la città rispettando le regole, ma si rende presto conto che nulla è cambiato rispetto a vent’anni prima. Signorotti locali come Don Emmanuel (Éric Elmosnino) continuano a commettere crimini alla luce del sole, restando impuniti grazie alla corruzione e ai numerosi ostacoli burocratici. È tempo dunque di tornare nella “Zorro-caverna”, con Bernardo (Salvo Ficarra) e il figlio di Tornado pronti ad aiutarlo nelle sue nuove imprese.

Dopo quasi 50 anni la Francia torna alla ribalta nel raccontare questo grande personaggio. Il celebre film di Duccio Tessari, oltre ad essere una produzione italo-francese, aveva come protagonista l’iconico ed indimenticato Alain Delon. Un interprete ideale anche grazie alla sua somiglianza estetica descritta in origine. Lo stesso si può dire del suo attuale successore, il già citato Jean Dujardin, premio Oscar 2012 grazie a The Artist.

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Un cast curato non solo dal punto di vista della bravura attoriale, ma anche da quella somatica. In poche parole, sembra proprio il Messico di inizio diciannovesimo secolo. Privo di quelle forzature tipiche della Hollywood odierna che rendono inguardabili molte opere ambientate nel passato.

Se trama e ambientazione possono ricordare il romanzo originale, dopo pochi minuti ci si rende subito conto che stiamo di fronte a una nuova commedia dedicata a Zorro. Con un particolare nonsense e una serie di freddure in grado di ricordare le gag di Stanlio e Ollio.

Jean Dujardin è divertente, ma al tempo stesso avvincente. Non fatevi trarre in inganno dalla sinossi: il leggendario André Dussollier non si è limitato a una sola puntata, ma torna sotto altre vesti.
Audrey Dana invece è bravissima nel richiamare in maniera scherzosa nella sua Gabriella il dilemma di Mary Jane su Spider-Man. La nobildonna spagnola è innamorata del marito e al tempo stesso è attratta da Zorro non essendo a conoscenza del fatto che sono la stessa persona!

Riguardo ai personaggi che erano comici anche nelle versioni più seriose, Grégory Gadebois è stato pure lui perfetto nel ricordare sia dal punto di vista estetico che interpretativo il mitico Henry Calvin della serie Disney degli anni cinquanta, e lo stesso si può dire del nostro Salvo Ficarra.
Impersonificando il muto Bernardo non ha naturalmente alcun dialogo ma per uno come lui non è un problema: come Gene Sheldon è stato in grado con la sola mimica facciale di far divertire moltissimo lo spettatore, una vera ciliegina sulla torta oltre ad essere l’unico elemento italiano in questa produzione d’oltralpe e quindi vero motivo d’orgoglio nazionale.

Se Gabriella è Mary Jane, il Sergente Garcia è decisamente Zenigata: come il celebre ispettore nato dalla mente di Monkey Punch Zorro è il suo Lupin.
Il senso del dovere lo obbliga a cercare di catturarlo, ma non è mai davvero convinto. Oltre al fatto che essendo buono di cuore non è davvero contrario alle azioni ribelli di Zorro, acciuffarlo è la sua ragione di vita. Se ci riuscisse un giorno, poi tutto il resto avrebbe ancora senso?

L’episodio conclusivo oltre ad essere molto originale è anche molto aperto.
Ci sarà una seconda stagione? Per ora non c’è alcun annuncio ufficiale ma chi lo sa in futuro…

Ma se resterà limitata a questi otto episodi nessun dramma ma solo ringraziamenti a Benjamin Charbit che ha ideato questa serie dalla comicità fresca e pulita su Zorro, pregevole anche nella versione italiana diretta da Francesco Pezzulli e con voci ideali come quelle di Sandro Acerbo (Diego/Zorro), Francesca Fiorentini (Gabriella), Carlo Valli (Don Alejandro De La Vega), Roberto Stocchi (Sergente Garcia) e Stefano Benassi (Don Emmanuel).

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