Anema e Core

L’artista pugliese Serena Brancale porta a Sanremo un pezzo di Napoli, con la sua “Anema e Core”, un pezzo che ricorda le famose “tamurriate”, in piena linea con la tradizione partonopea.

Voce calda, tanto ritmo e un corpo che si muove sulle note che scorrono. Questo, e tanto altro, si percepisce e si vede con questa artista in grado di calamitare gli occhi di ogni osservatore.

Dammi un bacio su un taxi cabrio
Un bacio
Che s’adda veré, s’adda da veré, s’adda da veré
Baby I love u, Nenné ti amo
Non lo so se ti suonerà neo-melodico
Ma stanotte ti dedico
Anema e core

Nel ritornello vengono mischiati in modo perfetto elementi di diversi lingue, tra le quali spicca l’inglese ma anche, e soprattutto, il dialetto napoletano. La scelta di usare parole tipiche della città partenopea (nenné e Anema e Core, anche titolo del brano) sono rese credibili dall’interpretazione della cantante che rende verace un testo pensato su misura per lei.

Pccè io e tè
Sim na cosa sola,
Sim du facce della stessa luna.
Com sta collana che porta fortuna
Bra ù sà, marioul
Nan zi dann’ adenza a nsciun’
Tu sta cummè p’ fa l’amore
Io vogghj attè, anema e core

L’amore, così viscerale e sentito, che trasuda in queste parole. Sono dette di nuovo in dialetto, quasi per enfatizzare al massimo il concetto. Il riferimento alla luna rende romantico ma anche poetico ciò che si vuole trasmettere, con immagini credibili e in grado di rappresentare questo complesso sentimento.

Il brano unisce l’utilizzo di una voce accogliente, tipica da donna del Sud, ad una gran cassa arricchita da cori che riporta alla memoria i cori in una famosa canzone di De Andrè (Dolcenera). L’uso di questi riporta l’ascoltatore ad una primordialità, alle origini dell’umanità.

Se le parole sono importanti lo è anche il modo di portarle sul palco. In questo, infatti, l’artista pugliese sembra una veterana.

Canta, suona e balla, rendendo onore al dialetto napoletano, con rispetto e tanta consapevolezza.

Ciò che ne esce fuori è un orgoglioso connubio di terre, interpretato benissimo con un suono in grado di non sfigurare e, anzi, rafforzare l’idea che ci si trovi dinnanzi ad un’artista completa.

Serena è donna, nella sua accezione più ampia, e con ogni sua sfaccettatura e questo brano rappresenta alla perfezione la sua anima.

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