A Real Pain, il secondo film da regista di Jesse Eisenberg, conferma il talento dell’attore-sceneggiatore dietro la macchina da presa. Una storia che fonde in modo equilibrato commedia e dramma che esplora con sensibilità i temi del lutto, dell’identità e delle dinamiche familiari. Presentato con successo al Festival di Sundance 2024 e ora candidato a numerosi premi. Tra questi l’Oscar per il miglior attore non protagonista a Kieran Culkin e la miglior sceneggiatura originale a Eisenberg stesso.
La trama segue David (Eisenberg) e Benji (Culkin), due cugini dai caratteri opposti che si ritrovano dopo anni per un viaggio in Polonia, organizzato per onorare la memoria della loro amata nonna. Mentre David, più riservato e pragmatico, conduce una vita stabile a Brooklyn con moglie e figlio, Benji è eccentrico, impulsivo e pieno di inquietudini irrisolte. Il viaggio assume presto una connotazione più profonda quando i due si uniscono a un gruppo turistico per visitare i luoghi legati all’Olocausto. Qui emergono non solo le divergenze caratteriali tra i due, ma anche i dolori sepolti e i non detti che hanno segnato la loro famiglia.

Eisenberg dirige con uno stile sobrio e intimo, lontano da virtuosismi estetici, ma perfettamente in sintonia con la natura introspettiva del racconto. La fotografia semplice contribuisce a creare una sensazione di autenticità, rendendo le camere d’albergo, i ristoranti e i luoghi visitati spazi quasi familiari. Il film si sviluppa come un road movie emotivo, alternando momenti di caos – riflesso dei battibecchi tra i cugini e dell’esuberanza di Benji – a pause di silenzio quasi opprimenti, che restituiscono il peso della Storia e del dolore individuale. Questo equilibrio tra frenesia e contemplazione è sostenuto anche da una colonna sonora ben calibrata, che sottolinea i passaggi più emotivi senza mai risultare invadente.
Le interpretazioni sono il vero cuore pulsante del film. Kieran Culkin, in particolare, offre una prova straordinaria nei panni di Benji. Un personaggio sopra le righe che nasconde un dolore profondo dietro il sarcasmo e la vivacità. La sua performance è capace di passare con naturalezza dalla leggerezza più comica alla vulnerabilità più toccante, rendendolo un protagonista irresistibile e dolorosamente umano. Eisenberg, dal canto suo, interpreta David con un minimalismo efficace, restituendo un personaggio che cerca di mantenere il controllo. Elemento che, nel corso del viaggio, è lo costringe a confrontarsi con le proprie insicurezze. Anche i personaggi secondari, interpretati da attori come Will Sharpe, Jennifer Grey e Kurt Egyiawan, arricchiscono la narrazione, portando ognuno una prospettiva unica sulla memoria e il trauma.
Uno degli aspetti più interessanti di A Real Pain è il modo in cui affronta il rapporto tra la storia collettiva e il dolore individuale. Il film si interroga su come le tragedie del passato influenzino il presente e su quale sia il peso che le nuove generazioni devono portare con sé. In particolare, la sceneggiatura di Eisenberg riflette sul senso di colpa e sulla percezione del dolore. Il trauma vissuto dai propri antenati rende meno legittime le sofferenze personali? Oppure, al contrario, ci spinge a vivere con maggiore consapevolezza, riconoscendo il nostro posto in una catena di esperienze che ci ha portato fin qui? Sono domande profonde, a cui il film non pretende di dare risposte definitive, ma che lascia riecheggiare nelle interazioni tra i personaggi e nei momenti di maggiore introspezione.

Visivamente, il film utilizza la luce per sottolineare l’evoluzione emotiva della storia. Le scene all’aperto, inondate di sole, sono spesso legate alla vitalità di Benji. Mentre quelle più intime, come una cena in un ristorante poco illuminato, riflettono le confessioni e le tensioni sotterranee. Un dettaglio particolarmente riuscito è la scena parallela dell’aeroporto: all’inizio del film Benji appare immerso in un’atmosfera fredda e distaccata, mentre nella scena finale un raggio di sole illumina il suo volto, suggerendo un cambiamento sottile ma significativo.
A Real Pain è un film umile nella forma, ma ricco di stratificazioni emotive. Il suo pregio più grande è forse quello di non voler dare risposte, ma di porre domande con grazia e rispetto, invitando lo spettatore a riflettere sul peso della memoria e sull’importanza dei legami familiari. Con un perfetto equilibrio tra ironia e malinconia, Eisenberg firma un’opera toccante che lo conferma come narratore attento e sensibile, capace di raccontare storie intime con una profondità che lascia il segno.
A Real Pain è in sala da giovedì 27 febbraio, distribuito da Searchlight Pictures.