“Volevo essere un duro” di Lucio Corsi è una ballata che unisce nostalgia, ironia e riflessione in un mix musicale elegante e fuori dal tempo. Il brano, presentato al Festival di Sanremo 2025, segna un momento significativo nella carriera del cantautore. Grazie al suo stile raffinato e personale ha catturato l’attenzione del pubblico e della critica.
Il pezzo si sviluppa attorno al desiderio del protagonista di apparire più forte di quanto sia in realtà. Una tematica universale che tocca il bisogno di conformarsi a un ideale di durezza spesso imposto dalla società. Corsi costruisce il racconto attraverso una serie di figure simboliche, come il lottatore di sumo, il robot e la gallina dalle uova d’oro, tutte rappresentazioni di un modello di successo e resistenza. Tuttavia, la malinconia che pervade il testo suggerisce che questa ricerca di forza sia, in fondo, vana e illusoria. Lo stile poetico e l’uso di immagini evocative ricordano il miglior cantautorato italiano, capace di raccontare emozioni profonde con leggerezza e senza mai risultare banale. La scelta di un linguaggio semplice, ma evocativo, rende il brano immediato e accessibile, pur conservando una profondità interpretativa che invita a più livelli di lettura.
Musicalmente, “Volevo essere un duro” è un piccolo gioiello. L’arrangiamento mescola sonorità classiche e contemporanee, con un tocco glam rock che richiama l’eleganza di artisti come Elton John e David Bowie. Gli archi e le chitarre acustiche creano un’atmosfera sospesa tra malinconia e speranza, mentre la voce con la sua timbrica delicata e personale, trasmette tutta la sua fragilità. Questa scelta musicale si sposa perfettamente con il testo, rafforzandone il messaggio. Dietro la facciata di durezza, c’è sempre un’anima sensibile che cerca il proprio posto nel mondo. Il contrasto tra la leggerezza della melodia e la profondità del significato rende la canzone un’esperienza coinvolgente, capace di emozionare sia per la sua bellezza estetica sia per il contenuto
La forza di “Volevo essere un duro” sta nella sua capacità di parlare a tutti, raccontando una storia personale che diventa collettiva. È una canzone che si fa apprezzare già al primo ascolto, ma che continua a crescere nel tempo, rivelando nuove sfumature a ogni nuova interpretazione. Lucio Corsi dimostra, ancora una volta, di essere un artista fuori dagli schemi, capace di unire tradizione e modernità in un modo unico. Con questo brano, regala al pubblico un piccolo manifesto sulla fragilità umana, esaltandone la bellezza invece di nasconderla. Un pezzo destinato a rimanere nel cuore di chiunque abbia mai desiderato essere diverso da ciò che è, per poi scoprire che, forse, la vera forza sta proprio nell’accettarsi.