“Questi Dannati Vent’anni” è l’album di debutto (in italiano) di Itto. Brani che arrivano otto anni dopo la pubblicazione di un EP in lingua inglese dal titolo “The Night Was Long“.
L’album, uscito il 31 maggio, racconta gli alti e bassi della vita adulta. Quel “primo decennio” in cui l’euforia, la paura per il futuro, la delusione, l’amore, l’amicizia, i sentimenti e le emozioni colorano tutto. Anni che trasformano il primo disco di Itto in una tela in cui riversare tutte le sfumature degli alti e bassi della vita.
Un ep che segna il passaggio nel “mondo degli adulti” affiancato dal suono della sua chitarra, ma anche dalle voci di alcuni amici che – come lui – stanno vivendo lo stesso “rito di passaggio”.
Partiamo subito con il feat con Chiamamifaro, voce rivelazione di questo 2024, che nel brano “Brutti Giorni” si raccontano le varie facce della depressione. Una canzone indie rock in cui chitarre distorte, batterie tribali e voci incalzanti riescono a scandire un tempo che sembra interminabile. Gli altri featuring contenuti nell’album vedono la partecipazione di Still Charles su “Mood”, Danu in “Sembravi un (pò) me” e infine ARYA su “Minù”.
In “Questi dannati vent’anni” si respira a pieno la necessità di esprimersi, divertendosi a sperimentare dall’indie rock fino ad un indie quasi “cantautorato”. Un brano in cui focus centrale lo ha esclusivamente il testo. Itto si racconta togliendosi le maschere, parlando degli amori sbagliati, delle scelte inconsapevoli, dei fallimenti, dei giorni complicati, ma anche di quelli felici in cui – per caso – incontri una bellissima americana in Erasmus che ti ruba il cuore e rimette tutto al posto giusto.
Questi Dannati Vent’Anni è un microcosmo musicale in cui la tela bianca della vita si riempe di colori: dal romanticismo all’autoironia, un percorso introspettivo per raccontare la crescita umana e artistica che si mischia, inevitabilmente, ai problemi di una generazione che – spesso e volentieri – si sente incompresa e sopraffatta dai problemi di un mondo che stiamo conoscendo poco a poco e che, tavolta, ci sta troppo stretto. Dopotutto i ventanni sono così: dannati, ma incredibili.