Cara torna con “Verso Casa”: brano che racconta il tempo, il passato e il presente

Verso Casa

“Verso Casa” è il nuovo singolo di Cara, al secolo Anna Cacopardo. L’artista reduce – nel 2020 – dal successo clamoroso di “Le Feste di Pablo”, con questo nuovo brano comincia un nuovo percorso introspettivo e musicale. Il brano è disponibile in rotazione radiofonica e sulle piattaforme digitali dal 29 marzo. Al suo interno è possibile sentire tutto quello che l’artista ha scoperto privatamente e musicalmente in questi anni di – apparente – fermo artistico. Un percorso che, preannuncia la stessa cantante, apre le porte per un nuovo viaggio musicale.

Sin dalle prime note, il brano ci descrive perfettamente la sensazione provata dall’artista nel momento in cui si è smarrito, per poi ritrovarsi davanti a una finestra. Davanti ai suoi occhi, una Milano in costante movimento: frenetica, insaziabile, impaziente.

“Verso Casa” rappresenta, in definitiva, la somma di una riflessione personale unita alla volontà concreta di fare ordine interiore, tra ciò che è stato lasciato alle spalle e ciò che, invece, si sta aprendo nel presente. Anna fa i conti con la bambina che è stata, mettendo sul piatto della bilancia tutto il bello e tutto il brutto. I passi avanti, quelli falsi, quelli non compiuti all’interno di una cornice immutabile di Milano. Una metropoli che non ti chiede scusa per la velocità in cui tutto cambia ed evolve.

Pur non avendo l’obiettivo dichiarato di essere un “manifesto generazionale”, il brano tuttavia si muove chiaramente in quella direzione. Infatti, fluttua all’interno dei problemi di una generazione che vive a 2000 all’ora e che, di conseguenza, non riesce mai a staccare davvero. Giovani che vivono attaccati ai ricordi, ha paura del futuro che vede lontano e forse irraggiungibile.

“Verso Casa” riesce ad arrivare alle fragilità di ogni individuo e invita ciascuno di noi all’attesa, alla caparbietà, all’hic et nuncIl brano, anche grazie al canto intimo e introspettivo della cantante, diventa un dialogo con il proprio io. Uno specchio in cui ognuno può rivedersi apertamente.

In conclusione, l’outro del pezzo dona il giusto tocco di speranza, aggiungendo infine quel briciolo di sollievo che riesce ad anestetizzare la malinconia e la nostalgia iniziali. Salutando la “Anna” bambina con amore e quella consapevolezza che alcuni conflitti non verranno mai risolti.

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