Cultedì: Matrix

Bentornati a Cultedì! La rubrica dove andremo a riscoprire i grandi capolavori e capisaldi della storia del Cinema. Quello che leggerete non sarà una vera e propria critica all’opera, piuttosto un caloroso invito a recuperarne la visione, e/o a rivederla.

Fatte le doverese premesse, iniziamo! Il 1999 è stato un grande anno per il Cinema. Tra le varie grandi uscite ricordiamo non solo Fight Club di David Fincher, ma anche Eyes Wide Shut ultimo lavoro del sommo Stanley Kubrick. Tra questi titoli, su tutti, c’è n’è stato uno che ha per la prima volta interrogato lo spettatore, mettendolo ad un bivio. Ovvero scegliere tra una semplice pillola blu o una rossa. Una semplice decisione che però avrebbe cambiato non solo la sua vita, ma anche quella del protagonista del film di oggi. Se prendendo la pillola azzurra tutto sarebbe rimasto invariato, prendendo la seconda scelta invece saremmo giunti fino alla fine della tana del Bianconiglio. Il viaggio che stiamo per intraprendere ha un nome, e quel nome è Matrix.

Cultedì: Matrix

Uscire dalla caverna

Lana e Lilly Wachowski non sono solo l’esempio lampante di un sodalizio artistico di due sorelle. In tal senso, Matrix non è semplicemente il classico viaggio dell’eroe vogleriano, bensì cela all’interno diverse sfumature. Chiavi di lettura che sta allo spettatore trovare all’interno della trama. Ma prima d’iniziare: che cos’è il Matrix?

Il Matrix non è altro che un motore. Il demiurgo che governa la realtà all’interno della quale viviamo, e nella quale ci sentiamo (apparentemente) liberi da ogni vincolo. La matrice che ci controlla, che ci tiene a bada, che detta legge nelle nostre vite. Che ci fa sentire in tutto e per tutto come Neo (Keanu Reeves), il protagonista di questa storia.

Neo conduce due vite. Durante il giorno è un modello dal nome di Thomas Anderson. Di notte diventa un hacker tenuto sott’occhio dagli agenti Smith (Hugo Weaving), Brown (Paul Goddard) e Jones (Robert Taylor). Una notte, riceve degli strani messaggi che lo avvertono che il Matrix è presente. Viene, persino, invitato a seguire il Bianconiglio così da giungere alla verità. Dietro questi messaggi scoprirà che c’è Trinity (Carrie-Anne Moss), che sotto comando di Morpheus (Laurence Fishburne), ha il compito di salvarlo. La chiamata all’avventura di Neo, gli farà scoprire che la realtà in cui egli vive è fittizia. Per entrare nel vero mondo, deve uscire dalla prigione in cui è rinchiuso e imparare a conoscere il Matrix, a controllarlo. Solo così sarà in grado di governare e modellare la propria realtà.

La pellicola delle sorelle Wachowski, oltre a presentare un film di fantascienza ricco d’azione con un’estetica fortemente steam-punk, racconta in pieno il mito della caverna di Platone. Ora, per alcuni potrebbe suonare come azzardo, supponenza, ma fidatevi: il nesso esiste. Ma andiamo con ordine.

Il mito della caverna di Platone c’insegna che nel momento in cui siamo incatenati a terra dentro una caverna, dando le spalle alla luce, vediamo solamente le ombre degli oggetti alla parete della caverna. Quest’ultime dunque le identifichiamo per certo come realtà. Ma nel momento in cui arriva qualcuno a liberarci, che c’invita ad uscire dalla caverna, vediamo per la prima volta la vera natura degli oggetti. Ed ecco che la nostra percezione del reale muta. Tutto assume un’altra indetificazione, che diventerà per noi la nostra nuova realtà. La luce della quale veniamo investiti è abbagliante, poiché il reale è vasto e in prima battuta non siamo in grado di sostenere lo sguardo. Ecco perché ci sarà sempre qualcuno che sceglierà di restare dentro la caverna, dentro la sua realtà (per quanto fittizia essa sia). Solo abituandosi alla luce allora tutto ci risulterà più chiaro e limpido.

E così vale per Matrix, che altro non è che un invito ad uscire dalla caverna. La scelta tra la pillola rossa e pillola azzurra non è che un’auspicio all’avanzare al di fuori del proprio mondo ordinario, per scoprire ed entrare nella dimensione dello straordinario.

Cultedì: Matrix

Cosa rimane di Matrix?

Il successo dell’opera cinematografica con al centro le avventure di Neo, in compagnia di Trinity e Morpheus, ha dato il via alla saga di Matrix, con ben tre capitoli oltre a quello iniziale. Volente o nolente, che piaccia o meno ai fan della saga, per tutti l’innovazione resterà racchiusa all’interno del primo capitolo. Per via soprattutto del periodo in cui è entrato nel circuito delle sale cinematografiche. L’utilizzo di grandi effetti speciali, come non citare il celeberrimo bullet time di Neo ampliamente poi citato nei vari media, oggi forse ci risultano un po’ invecchiati, ma comunque è noto che all’epoca erano all’avanguardia.
è anche vero però, che i successivi capitoli (Matrix ReloadedMatrix RevolutionsMatrix Resurrections; di cui i primi due girati back to back e usciti a pochi mesi di distanza) deficitano quanto a trama e ad effetto sorpresa, che invece era assai presente nel primo capitolo. Ciò ovviamente non toglie grandezza all’epopea visionaria delle registe, anzi, ma è comunque segno che forse talvolta un film, come Matrix nel nostro caso, forse dovrebbe restare a sé stante, proprio per sottolineare il messaggio, la grandezza e l’unicità del film stesso.

Cultedì: Matrix

Matrix, ha poi il merito di aver confermato per tutti il talento, ormai indiscusso, del grande Keanu Reeves e non solo. Carrie-Anne Moss, Laurence Fishburne, Hugo Weaving devono molto all’opera cinematografica delle sorelle Wachowski. Difatto, Matrix ha dato nuova luce e nuovo spolvero alle loro carriere. Carrie-Anne Moss sarebbe poi diventata la protagonista femminile dell’opera prima di un certo Christopher Nolan, Memento (2000), poi collezionare titoli come Chocolat (2000) di Lasse Hallström. Laurence Fishburne, che già aveva partecipato a pellicole come Apocalypse Now (1979) di Francis Ford Coppola, dopo Matrix ha avuto collaborazioni del calibro di Clint Eastwood che lo ha chiamato per Mystic River (2003).
Per Hugo Weaving, Matrix è stato il vero trampolino di lancio nel mondo del cinema. Perché da lì in poi avrebbe ricoperto ruoli di grande caratura per tutti noi cinefili; come V in V per vendetta (2005) di James McTeigue, ma soprattutto tutti lo ricordano come Elrond nella Trilogia de Il signore degli anelli di Peter Jackson (2001-2002-2003).

Quindi, sì: il cult protagonista di oggi possiamo dirlo, ha liberato dalle catene diversi talenti, che sono usciti letteralmente allo scoperto, e che si sono confermati per la loro straordinaria bravura e carisma. Talvolta i film sono davvero delle manne dal cielo per gli attori che vi prendono parte, ma non solo per loro. I film, come ben sappiamo, cambiano e modellano il nostro pensiero, ci liberano talvolta da pregiudizi e accrescono la nostra curiosità. Tutto dunque si riconduce sempre alla scelta di quale pillola siamo disposti a prendere. E voi, che pillola avreste preso al posto di Neo?

Related Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *