A 94 anni, Clint Eastwood dimostra ancora una volta il suo talento nell’esplorare temi di moralità e giustizia. Con Giurato numero 2, che potrebbe essere il suo ultimo film, si avverte un cambiamento stilistico. Eastwood ci presenta una pellicola dal tono più dimesso e visivamente “piatto”, che potrebbe disorientare chi è abituato alla carica estetica dei suoi migliori lavori. Questo approccio potrebbe però essere intenzionale: il film ha il sapore di un dramma adulto di medio budget, uno di quelli che ti aspetteresti di trovare in tv in una serata tranquilla. In un’epoca in cui questi generi sono in via di estinzione, è un ritorno nostalgico a un tipo di cinema familiare e rilassato, sebbene qui l’effetto possa risultare in una mancanza di mordente visivo e ritmo.
![Giurato numero 2](https://i0.wp.com/www.lapiziaviewsmagazine.it/wp-content/uploads/2024/11/copertine-articoli-44-1.png?resize=640%2C336&ssl=1)
La trama si sviluppa intorno a Justin Kemp (interpretato da Nicholas Hoult), un giovane padre in attesa del primo figlio, richiamato al dovere civico come giurato in un processo per omicidio. Tuttavia, egli si rende presto conto di avere un collegamento oscuro e nascosto con il caso. Una notte, sotto la pioggia, potrebbe aver colpito accidentalmente qualcosa sulla strada, forse proprio la vittima. Con una costruzione narrativa lenta ma efficace, Eastwood ci porta a immergerci nei dubbi morali di Justin. Lui dilaniato tra il desiderio di proteggere la propria famiglia e la necessità di fare la cosa giusta. Hoult offre una performance tesa e sensibile, con momenti di intensa emozione. Particolarmente forti le scene con la moglie Allison (Zoey Deutch) e il suo sponsor Larry (Kiefer Sutherland), che lo avverte sui rischi legali ed etici di una confessione.
Accanto a Justin, ci sono personaggi ben delineati. La procuratrice Faith Killebrew (Toni Collette) è fredda e ambiziosa, intenta a ottenere una condanna per James Sythe (Gabriel Basso), un ex membro di gang accusato di aver ucciso brutalmente la fidanzata dopo una lite. Faith vede il caso come trampolino per la sua campagna elettorale. Collette dà vita a un personaggio combattivo, sospeso tra giustizia e ambizione. Dall’altro lato, il difensore d’ufficio Erik Resnick (Chris Messina) lotta per dimostrare l’innocenza del suo cliente, giocando su ogni dettaglio della testimonianza per far emergere il ragionevole dubbio. Anche J.K. Simmons spicca nel ruolo di un ex poliziotto, membro della giuria, che decide di indagare per conto proprio, aggiungendo un ulteriore livello di tensione alla storia.
![Giurato numero 2](https://i0.wp.com/www.lapiziaviewsmagazine.it/wp-content/uploads/2024/11/copertine-articoli-45-1.png?resize=640%2C336&ssl=1)
La sceneggiatura di Jonathan Abrams si muove in bilico tra il dramma e il melodramma. Viene sottolineato ogni tema morale, e alcuni potrebbero trovare che i personaggi secondari e i giurati stessi agiscano in modo poco credibile. Ciò nonostante, le interpretazioni calibrate e la regia asciutta di Eastwood rendono il film avvincente. Specie per chi è disposto a sospendere la verosimiglianza a favore dell’esplorazione morale. La gestione dei tempi e delle inquadrature ci immerge in un mondo di dubbi etici e tensioni interiori, evitando di calcare troppo la mano sui dilemmi e lasciando invece che siano le azioni e le esitazioni di Justin a comunicare il conflitto centrale.
Il film risuona anche con i temi spesso cari a Eastwood, come la sfiducia nelle istituzioni e il valore dell’individuo di fronte all’ingiustizia. Tuttavia, qui l’approccio è più complesso, ponendo in dubbio l’efficacia dell’eroismo individuale. Justin non è un classico “eroe” alla Henry Fonda. In La parola ai giurati: lui sa esattamente cosa è successo, ma non ha il coraggio di ammetterlo per non rovinarsi la vita. Questo elemento lo rende contemporaneamente eroe e antagonista di sé stesso. Spingendo, in questo modo, lo spettatore a riflettere sulle sfumature tra essere un bravo padre e fare davvero la cosa giusta.
In questo senso, Giurato numero 2 si distingue come una riflessione ambivalente sulla giustizia. Eastwood gioca con la tensione morale come con un puzzle, lasciando ogni spettatore in bilico, incerto su quale sia la giusta via d’uscita. Pur con alcuni difetti, tra cui un ritmo un po’ lento, Clint Eastwood dimostra di avere ancora molto da dire sulla natura umana.
Giurato numero 2 uscirà nelle sale italiane il 14 novembre.