Estate inverno

Il debutto della cantautrice abruzzese Aria è segnato dall’uscita del suo EP: “Estate Inverno“. Arrivato sui digital store lo scorso 29 novembre, noi ci siamo totalmente immersi nelle sue ballad. La recensione, però, non poteva che esser accompagnata da un’intervista per poter cercare di analizzare ulteriormente le basi del suo percorso artistico. Il viaggio di una giovane ragazza alle prese con le gioie e le delusioni legate all’amore e all’amicizia: due tematiche universali con cui ci si confronta per tutta la vita.

Com’è nata l’idea di questo EP?

«In realtà, è nato in diversi momenti della mia vita, attraversando soprattutto il periodo dell’adolescenza. Una fase che sto ancora vivendo, visto che, a conti fatti, rientro ancora in quella fase. Ho affrontato momenti importanti, come il periodo della maturità, che è stata una prova significativa per me, ma anche le prime esperienze nel mondo. Il “fantastico” mondo dell’amore, che sa deluderti ma anche sorprenderti, diciamo. Quindi non saprei indicare un momento preciso in cui è nato: è il risultato delle mie esperienze di vita in momenti diversi. Possiamo dire che è uno specchio di quello che è stato il mio percorso negli ultimi cinque o sei anni».

La title track inserisce, concettualmente, una sorta di contraddizione: “Estate Inverno”. Come sei riuscita a mettere su carta un testo simile e soprattutto quanta elaborazione ti è costata anche di questa sorta di amore che però comunque è come se non bastasse?

«Guarda, è nata in inverno, in realtà come un flusso di coscienza che poi è stato modificato nel corso del tempo. Inizialmente era una canzone molto lunga, piena di concetti. Alla fine, in studio, abbiamo deciso di tenere i concetti più diretti e più efficaci per comunicare il messaggio. Si parla di due persone molto diverse tra loro che, forse, non si incontreranno mai. Allo stesso tempo, però, c’è un sentimento che le unisce, anche se può essere il dolore. Io e questa persona soffrivamo entrambi, ma per motivi diversi. Poi abbiamo capito che era inutile continuare a soffrire, e infatti ci siamo messi insieme. Ora è il mio attuale fidanzato.
La canzone mi è venuta in mente più o meno a marzo, quel periodo in cui finisce l’inverno e inizia la primavera. Non era né pieno inverno né piena estate, era una sorta di via di mezzo. Mi sentivo talmente sospesa che ho deciso di non rimanere nel “grigio” ma di dare un “bianco” e un “nero”. È così che è nata l’idea di “Estate e Inverno”. Spiegata così sembra un’idea molto pensata e elaborata, ma in realtà è venuta fuori in modo spontaneo. Sono stati pensieri momentanei che si sono trasformati in canzone, scritti su carta e poi sviluppati. È stato qualcosa di inconscio, fondamentalmente».

Come descriveresti la tua musica a chi ancora non l’ha ascoltata?

«Come descrivere la mia musica? In realtà, è uno specchio di quella che sono, un po’ come quando ti presenti a qualcuno e non hai ancora capito bene chi hai di fronte, no? Tendenzialmente, io mi considero una persona molto trasparente… o almeno credo di esserlo. Però, sai, è sempre difficile capire quanto lo si sia davvero.
Quando qualcuno ti conosce per la prima volta, c’è sempre qualcosa che resta in sospeso, no? Nella mia musica, invece, c’è tutto. Infatti, la definisco abbastanza trasparente: ci puoi vedere attraverso, non ci sono sotterfugi o dubbi. Forse la descriverei proprio così».

E invece cosa speri che possa arrivare l’ascoltatore che si avvicina a un tuo brano?

«Colei che – lo dico sempre, perché me lo chiedono spesso – la musica per me è come una medicina. Può sembrare un messaggio scontato, ma spero che possa essere d’aiuto anche per altre persone che hanno vissuto esperienze simili alle mie. Vorrei che fosse un abbraccio per chi ascolta, ecco. Spero solo questo, perché alla fine racconto davvero la mia vita così com’è. Non mi piace distinguermi tra Aurora e Aria: sono sempre io, non c’è una divisione tra persona e personaggio.
Il nome è Aria, ma di base resto sempre io. Per questo mi auguro che il messaggio arrivi chiaro e che la mia musica possa essere una cura per chi ascolta, così come lo è stata per me».

Se potessi scegliere un film, una serie TV o anche un videogioco con cui poter fare da colonna sonora con la tua musica, quale sarebbe?

«Bella domanda, è difficile dirtelo con precisione.
Un po’ mi piacerebbe che la mia musica fosse parte di un film. Seguo molto Gabriele Muccino e Ferzan Özpetek, sai? Loro fanno quei film sempre un po’ misteriosi: capisci di cosa parlano, ma alla fine non sai mai davvero come finiscono, perché spesso lasciano i finali aperti. Forse la mia musica potrebbe essere quel briciolo di chiarezza in uno dei loro film.
Per esempio, pensa a Baciami ancora di Muccino: racconta storie complicate, fatte di problemi tra le persone, tradimenti, crisi, ma alla fine riescono comunque ad avere un bel finale. È un po’ come il concetto di estate e inverno che ho raccontato nella mia canzone.
Non lo so, sparo in grande, eh! So che sono nomi altissimi, però se devo scegliere tra una serie TV uscita ieri e un film vecchio che ho già visto 300 volte, diretto da Muccino o Özpetek, sceglierei loro senza pensarci».

Ascolta “Estate Inverno” e segui Aria sui suoi social.

di Lapizia

Guardo troppi film e parlo troppo velocemente, ma ho anche dei difetti!

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