Arrivato nelle sale italiane lo scorso 30 gennaio, “Babygirl” è quel film che fa indignare l’uomo medio. Categorizzata come thriller erotico, la pellicola ci regala una stupenda interpretazione della Kidman. Una protagonista che riesce a ribaltare i canoni di genere e a prendersi tutto quello che può sulla sessualità femminile.
Romy Mathis (Nicole Kidman) è una donna in carriera, sposata da 19 anni con Jacob Mathis (Antonio Banderas). Esternamente sembrano la coppia perfetta, ma fin dalle prime scene ci si rende conto di quanto poco appagata sia dal talamo nuziale. Lei stessa, però, non avrebbe mai potuto immaginare di iniziare a provare una forte attrazione sessuale nei riguardi dell’appena assunto stagista Samuel (Harris Dickinson). Inizia, quasi per caso, un gioco di potere tra i due fatto di sensualità e di sguardi. Un “tirare la corda” che, rapidamente, sfocia in una vera e propria relazione extra-coniugale.
Samuel, del resto, riesce a dar voce a tutti quei pensieri che Romy aveva giudicato oscuri. Tutto il suo desiderio trova riscontro all’interno del rapporto che nasce tra i due. Il gioco di potere, fondato sul consenso, riesce a dar vita a una libertà che la donna non pensava di poter raggiungere.
![Babygirl](https://i0.wp.com/www.lapiziaviewsmagazine.it/wp-content/uploads/2025/02/copertine-articoli-2.png?resize=640%2C336&ssl=1)
Lo spettatore, di conseguenza, potrà assistere alla lenta discesa nel baratro della “perdizione” e liberazione sessuale della donna. Una relazione che, come scritto precedentemente, ribalta i ruoli che convenzionalmente siamo abituati a vedere. Ci sono centinai di film che portano in scena relazioni extra-coniugali. La maggior parte di essi manifesta uno squilibrio di potere e una bilancia che, in un certo qual modo, pende sempre dalla parte maschile. Capi che finiscono a letto con le loro segretarie o sottoposte. Giochi di riequilibrio per quando le loro “donne domestiche” non li appagano più. Scambi attrattivi nei riguardi di “modelli sempre più nuovi e giovani”. Uomini che cercano il loro appagamento attraverso il sesso e il controllo su di esso.
Qui, invece, avendo come protagonista una donna si mette in luce l’importanza della sessualità femminile. Un elemento fin troppo spesso taciuto e tacciato come un taboo. Del resto, la donna non può avere kink, preferenze o desiderare di voler giocare col proprio corpo. Lei ha solo un obbligo: quello di raggiungere l’orgasmo in contemporanea col suo uomo. Specie nelle rappresentazioni che i media di solito ci propinano.
![Babygirl](https://i0.wp.com/www.lapiziaviewsmagazine.it/wp-content/uploads/2025/02/copertine-articoli-1.png?resize=640%2C336&ssl=1)
Qui, in un modo anche piuttosto abbottonato, abbiamo il piacere di poter esplorare. Il voyeurismo dello spettatore si può beare dell’equilibrio sottile che questa relazione instaura. Non ci sono domande che vengono poste sul perché si preferisce un “qualcosa” tra le mura della propria camera da letto. Ma vi è solo il cieco tentativo di trovare una forza di appagamento e di reciproco rispetto. Un rispetto che non trova riscontro nelle coccole, ma proprio in ciò che accade esternamente al termine del rapporto.
Resta pur vero che nelle dinamiche sceniche si voglia giocare molto con gli elementi del thriller. Quindi sono necessarie le scene in cui Samuel palesa la voglia di entrare nella quotidianità di Romy. Elementi che forniscono dinamiche ancor più interessanti perché fanno leva sul gusto del proibito e del nascosto. Il tutto trova esaustivamente il suo posto con i dialoghi finali che, però, non vi sveliamo proprio per non dare ulteriori spoiler.
Noi vi consigliamo di correre in sala per poterlo vedere. Quando le pellicole sono così stimolanti, da poter riuscire a creare un vero e proprio dibattito, vanno viste in sala. Il tutto è, inoltre, condito da delle splendide interpretazioni attoriali. Senza sottovalutare anche l’importanza registica e il modo con cui la camera decide di spostare lo sguardo dello spettatore. Non vi è una messa in scena finalizzata ad eccitare lo spettatore con ciò che è esplicito, ma lo si vuol far immergere nelle dinamiche lasciandogli intendere ciò che avverrà. Anche nei momenti in cui si indugia un po’ di più su determinati aspetti, in realtà il tutto risulta estremamente delicato e “femminile”.