Il film di apertura della Festa del Cinema di Roma è finalmente arrivato sul grande schermo, stiamo parlando ovviamente di “Berlinguer. La grande ambizione”. Il film di Andrea Segre con protagonista Elio Germano racconta i 100 anni del PCI attraverso lo sguardo di un uomo che ha donato la sua intera vita ad un’ideale fatto di democrazia e libertà: Enrico Berlinguer.
![Berlinguer. La grande ambizione](https://i0.wp.com/www.lapiziaviewsmagazine.it/wp-content/uploads/2024/11/copertine-articoli-71.png?resize=640%2C336&ssl=1)
Sono i primi anni ’70 quando la macchina da presa si accende e ci mostra Berlinguer intento a fare stretching per sopportare il peso delle scelte. Il film ci mostra molti attimi di vita quotidiana: non è un caso, infatti, trovarlo alla scrivania intento a scrivere un discorso. Il momento è delicato, il progetto dell’eurocomunismo impone delle scelte radicali (la rinuncia ai fondi straordinari elargiti dall’Unione Sovietica), il compromesso storico è percepito come una decisione sbagliata e tutti sono fermi in questo loop. I russi non approvano, gli americani sono incuriositi, i democristiani temporeggiano, il tempo passa e i pensieri sono pesanti, ma tutto viene interrotto dal chiacchiericcio dei figli che si accavallano uno sull’altro regalandoci un’immagine inedita del Segretario del PCI.
Gli anni corrono e Andrea Segre ci mostra, con minuzia di dettagli, tutto il mondo che orbitava a torno a Berlinguer: la sua famiglia, i suoi collaboratori, i russi, gli avversari politici e soprattutto Aldo Moro. Una figura con un peso importante nella storia politica italiana, ma anche in quella raccontata dal regista: un personaggio costruito attraverso sovrastrutture tanto forti da non aver bisogno di dialoghi intensi o ingombranti presenze.
![Berlinguer. La grande ambizione](https://i0.wp.com/www.lapiziaviewsmagazine.it/wp-content/uploads/2024/11/copertine-articoli-72.png?resize=640%2C336&ssl=1)
L’intero film ruota attorno ad un concetto cardine, il dualismo del personaggio: da una parte il Segretario di partito che persegue il suo ideale sacrificando gli affetti, la vita, il sonno; dall’altra parte l’uomo che dedica parole d’amore alla donna di una vita, che si ritrova in quegli ideali affermando – davanti ai figli – di preferire la morte all’abbandono di questi.
Attraverso lo sguardo di Elio Germano, che in questa interpretazione da il meglio di sè, riusciamo a scorgere l’uomo. Lo osserviamo nei movimenti lenti e pensierosi. Nei suoi momenti di fuga dal mondo verso il mare che sa di casa, in quei sorrisi sinceri che regala alla sua famiglia. Troviamo anche il politico attento, educato, coerente, valoroso e progettualista che non si nascondo dietro un dito di omertà, ma che affronta tutto senza pietismi isterici.
Il film che ci viene presentato è un dipinto su cui costruire tante riflessioni, soprattutto storiche e sociali. Una fotografia storica della Sinistra Italiana degli anni ’70, di tutti i suoi limiti e i suoi punti forti. Oggi, come ieri in realtà, la società in cui viviamo ha sempre vissuto una “democrazia bloccata” per influenze straniere e per il poco coraggio di compiere delle vere e proprie rivoluzioni socioeconomiche.
![Berlinguer. La grande ambizione](https://i0.wp.com/www.lapiziaviewsmagazine.it/wp-content/uploads/2024/11/copertine-articoli-73.png?resize=640%2C336&ssl=1)
Segre ci racconta dall’attentato di Sofia alla morte di Aldo Moro. Un viaggio che apre gli archivi storici fatti di video e foto in bianco e nero che raccontano un’Italia in evoluzione. Dal ’73 quando Berlinguer si salvò per miracolo dall’attacco bulgaro, passando per le campagne elettoriali in giro per lo stivale, le riunioni in sezione perfettamente trascitte, i viaggi a Mosca, il no a Leonid Breznev dalla tribuna del XXV Congresso del Partito Comunista dell’Urss nel 1977, i giornali e i loro titoloni. 5 anni di strappi e cuciture che hanno portato prima al dialogo tra PCI e DC, poi all’uccisione dell’Onorevole Moro sotto la sede del PCI.
Anni di lavoro, di ricerca minuziosa di foto, video, registrazioni, anni di attente chiacchiere con chi Berlinguer aveva la fortuna di chiamarlo per nome. Un lavoro quasi maniacale della fotografia, delle luci, delle musiche curateda Jacopo Incani (Iosonouncane), dei movimenti sul set che diventa riuscito grazie ad un montaggio meticoloso di Jacopo Quadri e una scrittura – la combo tra Segre e Pettenello – che rende giustizia all’uomo che si è impegnato a raccontare. Un lungometraggio che funziona, che – nonostante l’inimitabile pesantezza – mantiene alta l’attenzione sullo schermo facendoti empatizzare con i personaggi.
“Berlinguer – La grande ambizione” è un film perfettamente riuscito che regala all’Italia una fotografia chiara di un uomo che della politica ha fatto la sua intera vita. Il “Berlinguer” proposto da Andrea Segre è sicuro di sé perchè mostra la sua fragilità, promettere di sacrificarsi per gli altri e lo fa davvero.
“Berlinguer – la grande ambizione” ci regala una classe dirigente consapevole, un’utopia se paragonato al marciume che oggi appesta come un virus il nostro mondo. Un film che promette e poi lo mantiene grazie ad un lavoro di alto livello di un regista che si conferma, volta dopo volta.
La pellicola sarà in sala dal 31 ottobre, nel mentre guarda il trailer