Il ritorno di Bridget Jones sul grande schermo, a distanza di quasi dieci anni dall’ultimo capitolo, segna una nuova tappa nell’evoluzione del personaggio. Una donna che ha fatto ridere e commuovere milioni di spettatori in tutto il mondo. “Bridget Jones: un amore di ragazzo” è un film che racconta una Bridget matura, vedova, con figli e alle prese con le difficoltà della vita adulta. La saga che ha segnato un’epoca nella commedia romantica fa un passo in avanti. Resta ben chiaro il suo target e il suo obbiettivo e cambia, quel tanto che basta, per fornire un nuova evoluzione. Ci presenta, infatti, una protagonista che, pur mantenendo la sua spiccata ironia e vulnerabilità, affronta temi più complessi. La maternità, le relazioni intergenerazionali e la reinvenzione di sé diventano centrali nella narrazione.
Nel nuovo film, Bridget è ormai una donna di 51 anni che ha attraversato diverse fasi della sua vita. È vedova, da quando il suo amato marito, Mark Darcy (interpretato da Colin Firth), è morto in un incidente. Ora si trova a dover conciliare le sue responsabilità di madre di due figli, Mabel e Billy, con la sua carriera da produttrice televisiva. Nonostante i cambiamenti, Bridget non ha perso la sua natura impacciata e autoironica, ma è più consapevole di sé e delle sue scelte.
La trama si complica quando Bridget inizia una relazione con Roxster (Leo Woodall), un uomo di 29 anni, molto più giovane di lei. Questa relazione la mette di fronte alla possibilità di un nuovo amore, ma anche alla difficoltà di superare il lutto per Mark. Di conseguenza, sono lampanti le sfide legate alla differenza di età con il suo nuovo compagno. Se da un lato la storia con Roxster rappresenta un’opportunità di rinascita per Bridget, dall’altro lato l’ex amante di Bridget, Daniel Cleaver (Hugh Grant), ritorna nella sua vita, offrendole il suo supporto e, allo stesso tempo, complicando ulteriormente le sue scelte sentimentali.

Il film esplora la difficoltà di vivere nuove esperienze romantiche dopo una perdita importante. Il tutto accompagnato dal timore di non essere più in grado di credere nel vero amore. La narrazione non si limita a seguire le disavventure amorose di Bridget, ma si spinge anche a riflettere sul tema della maternità in età matura.
Renée Zellweger, che da sempre interpreta la protagonista, offre una performance magistrale, capace di restituire la profondità e la vulnerabilità di Bridget. In questo film, Bridget è una donna più riflessiva, ma la sua ironia e il suo spirito restano inalterati. Zellweger riesce a bilanciare perfettamente i momenti più comici con quelli più drammatici, dimostrando di aver interiorizzato il personaggio in modo straordinario. La sua Bridget è autentica, non ha paura di mostrare le sue fragilità. Allo stesso tempo è una donna che ha imparato a lottare per ciò che vuole e per ciò che ritiene giusto.
Leo Woodall, nei panni di Roxster, rappresenta una ventata di freschezza e modernità. La sua interpretazione del giovane uomo che entra nella vita di Bridget è brillante e senza incertezze. Roxster non è solo un ragazzo affascinante e spensierato, ma anche una persona che si preoccupa genuinamente di Bridget, nonostante la differenza di età. La sua chimica con Zellweger è evidente e questo rende la storia d’amore tra i due credibile e coinvolgente, nonostante le difficoltà che il loro rapporto affronta nel corso del film.
Colin Firth, che interpreta ancora una volta il mai dimenticato Mark Darcy, non manca di aggiungere profondità al suo personaggio. Nonostante il suo ruolo in questo capitolo sia più marginale, la sua presenza è tangibile nella vita di Bridget. Anche dopo la sua morte, è un simbolo di quello che è stato un grande amore, e il suo ritorno in qualche modo rappresenta il legame indelebile che ha lasciato nel cuore della protagonista. Firth riesce a trasmettere il carattere serio, ma allo stesso tempo dolce e protettivo, di Mark, anche se il personaggio appare in modo più riflessivo.
Hugh Grant, che ritorna nel ruolo di Daniel Cleaver, offre una performance più sfumata rispetto ai film precedenti. Sebbene il suo personaggio rimanga quello di un uomo un po’ imbroglione e irriverente, Cleaver si presenta con una nuova maturità, capace di comprendere meglio il dolore e le difficoltà di Bridget. La sua interazione con lei è ancora più interessante, poiché ci permette di vedere un lato più umano del personaggio, che nella sua ironia si nascondeva dietro una facciata di superficialità.

Il film, diretto da Michael Morris, riesce a mantenere il giusto equilibrio tra commedia e dramma. La regia di Morris è elegante e ben ritmata, evitando di cadere nei cliché della commedia romantica, pur mantenendo un tono di leggerezza che permette al pubblico di entrare facilmente in sintonia con la protagonista. Morris non solo ci fa ridere, ma ci spinge anche a riflettere, trattando temi come la perdita, la maternità e l’evoluzione dei rapporti sentimentali con un approccio delicato e realistico.
La sceneggiatura, scritta da Helen Fielding (autrice dei romanzi da cui è tratta la saga) e David Nicholls, è ricca di battute brillanti e situazioni comiche che rimandano ai primi film, ma anche di momenti di grande intensità emotiva. Il dialogo tra i personaggi è scorrevole, intelligente e mai forzato. Le dinamiche tra Bridget e i suoi due amori, Roxster e Daniel, sono ben costruite, così come il legame con i suoi figli, che aggiunge un ulteriore strato di umanità al personaggio.
“Bridget Jones: un amore di ragazzo” non è solo una commedia romantica, ma una riflessione sulla vita adulta, sulla difficoltà di ricominciare, sulla solitudine e sull’amore che non smette mai di evolversi. Si affronta la paura di non essere mai abbastanza giovani per innamorarsi di nuovo. Vi è anche la bellezza di trovare l’amore inaspettatamente, quando meno è preventivato. La maternità, vista sotto una luce più matura, imprime un’ulteriore forza alla narrazione. Bridget deve affrontare la sfida di crescere i suoi figli, ma anche quella di rimanere una persona completa, non solo una madre.
Il film dimostra una grande capacità di rinnovarsi, mantenendo però il cuore e l’anima che hanno reso la serie amata. Non si tratta solo di una storia d’amore, ma di un viaggio di crescita. Un percorso che ci insegna a non arrenderci mai, ad affrontare la vita con coraggio e a riscoprire noi stessi ogni giorno.
“Bridget Jones: un amore di ragazzo” è quindi una commedia romantica che celebra la maturità, l’evoluzione dei sentimenti e l’importanza di non smettere mai di cercare il proprio posto nel mondo. Nonostante le difficoltà e le incertezze della vita, il film ci regala una protagonista che, pur cambiando, rimane sempre la stessa. Bridget è imperfetta, ma incredibilmente affascinante e resiliente. Con una sceneggiatura brillante, una regia sensibile e un cast impeccabile, questo capitolo della saga è un’ode alla forza delle donne e alla bellezza dell’amore, in tutte le sue forme.