Siamo a New Rochelle (New York) nel 2019, e i due tennisti professionisti Art Donaldson (Mike Faist) e Patrick Zweig (Josh O’Connor) stanno disputando un challenger sotto gli occhi di un buon numero di persone, con il posto d’onore assegnato a Tashi Duncan (Zendaya).
Ma chi sono queste persone e perché si è arrivati a questa sfida?
Grazie a varie retrospezioni queste domande avranno pian piano le loro risposte, per poi tornare alla scena inziale in modo da poter così assistere alle battute finali.
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Già dai trailer di Challengers di Luca Guadagnino si capisce molto di questa storia. Art e Patrick non sono solo due grandi giocatori di tennis, ma anche ottimi amici fin dall’adolescenza. Una sera si ritrovano a una festa con Tashi Duncan, stella nascente di questo sport nonché affascinante ragazza di età simile alla loro. Lei piace ad entrambi, così come la giovane sembra interessata a tutti e due. Quindi, che fare? Triangolo o solo uno di loro avrà questo piacere?
Dopo qualche bacio in camera da letto la decisione è presa: Tashi darà una possibilità al più bravo tra i due sul rettangolo di gioco.
Questa sarà solo la prima vicenda in ordine cronologico che vedrà coinvolti, sentimentalmente ed agonisticamente, i tre tennisti. Da quella sera e per molti anni a venire la vita sentimentale di Tashi sarà un continuo botta e risposta tra Art e Patrick, come in una vera partita di tennis…
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Se esiste un premio per gli ingenui, io l’ho già vinto da tempo, ma nessun uomo vale tanto, di delusioni ne ho avute troppe!
Così cantava il personaggio di Megara nel film Hercules della Disney del 1997, una strofa che soprattutto in questo periodo in cui si parla di parità di genere può essere parafrasata in una cosa del tipo “Ma nessuna donna vale tanto per dire addio a una vera amicizia”
La sera in cui Art e Patrick conoscono Tashi la loro amicizia comincia ad incrinarsi, rompendosi realmente il giorno il cui ginocchio della ragazza fa crack. Ma già da prima di quell’infortunio la tossicità di Tashi era venuta alla luce, solo che Patrick era troppo attratto ed ingenuo per rendersene conto. Lei non ha mai amato nessuno, se non il tennis. Per tutta la sua vita ha vissuto solo in funzione di quello, soprattutto dal momento in cui non poteva scendere più in campo come una volta. Allora si è dedicata all’attività di coach, trattando i suoi due ragazzi bianchi (quindi tra le altre cose è pure razzista) alla stregua di un genitore che riversa i propri sogni infranti sui suoi figli.
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Questo triangolo tossico verrà mai spezzato?
Non vi resta che scoprilo guardando il film, al cinema dal 24 aprile 2024 grazie a Warner Bros Pictures Italia.
Un lungometraggio che ha già attirato l’attenzione per la scena sul letto dei tre protagonisti. Che forse, spingerà Chiamami col tuo nome ad essere ricordato dalla massa solo per questa e poche altre sequenze spinte. Sarebbe, appunto, l’ennesima prova di immaturità da parte di un certo pubblico. Perché, come abbiamo già raccontato fino a questo momento, Challengers è anche e soprattutto molto di più.
Non solo una storia che punta il dito sulla tossicità di certe relazioni caratterizzate da femmine superficiali, egoiste e calcolatrici. Ma anche un altro film ideale, al pari di Wimbledon e Borg McEnroe, per coloro che hanno sempre trovato noioso guardare il tennis. La magia delle immagini in movimento è anche questa: riuscire a rendere avvincente anche qualcosa che nella realtà ci appare nella maniera opposta.
Gli appassionati di questo sport invece troveranno ancor più pane per i loro denti. Vedranno in Challergers un lungometraggio che fa del tutto onore a queste competizioni. Grazie a un’ottima regia, per quel che riguarda le partite; condite anche da un sublime lavoro sul montaggio sonoro. Grazie all’allenatore ed ex tennista statunitense Brad Gilbert che oltre ad essere stato assunto come consulente ha allenato Zendaya per ben tre mesi.