Drew Hancock debutta alla regia cinematografica con “Companion”, un thriller che mescola sapientemente generi e toni, confezionando una pellicola in grado di sorprendere e intrattenere. Jack Quaid e Sophie Thatcher sono, rispettivamente, Josh e Iris. Il film esplora una relazione tossica, intrecciando momenti di suspense, ironia e colpi di scena inaspettati.
La storia si apre con Iris, una giovane donna introversa e socialmente ansiosa, che incontra il carismatico ma imbarazzato Josh in un supermercato. Una scena inizialmente banale che nasconde già i semi di una tensione crescente. La coppia si dirige verso una villa isolata sul lago. La proprietà è di Sergei (Rupert Friend), un eccentrico miliardario russo che ospita Josh e i suoi amici per il fine settimana. Iris, però, si ritrova fin dal principio a disagio: gli amici di Josh non sono amichevoli nei suoi riguardi. Patrick (Lukas Gage) ed Eli (Harvey Guillén) sono cordiali, ma Kat (Megan Suri) la tratta con sufficienza. Sergei, dal canto suo, manifesta un interesse non gradito nei suoi confronti. La situazione degenera drasticamente quando Sergei compie una mossa improvvisa, trasformando il weekend in un incubo violento.
![Companion](https://i0.wp.com/www.lapiziaviewsmagazine.it/wp-content/uploads/2025/01/copertine-articoli-7-3.png?resize=640%2C336&ssl=1)
Se i primi venti minuti del film sembrano impacciati, con dialoghi meccanici e interpretazioni poco convincenti, Companion si riscatta con il suo primo grande colpo di scena, rivelando un sottotesto più complesso. Da questo momento, il film cambia marcia, e così fanno i suoi attori, che migliorano nettamente con l’evolversi della trama. Hancock gioca con le aspettative del pubblico, alternando momenti di leggerezza a scene di brutalità che sorprendono e tengono incollati alla sedia.
Un elemento distintivo di Companion è la sua capacità di amalgamare generi diversi. È un thriller che si tinge di commedia nera, sicuramente grazie all’esperienza di Hancock nel campo della televisione comica. Il suo stile si riflette in una tavolozza di colori vivaci. Un’eroina amante dei toni pastello e una colonna sonora intelligente, che spazia da canzoni iconiche a motivi inquietanti.
Tuttavia, Companion non si limita a essere un gioco di suspense: affronta temi delicati come le relazioni abusive e il controllo psicologico, e la dinamica tra Josh e Iris diventa un’esplorazione delle manipolazioni emotive. Questo aspetto rende il film più incisivo, mescolando abilmente toni cupi e momenti ironici per alleggerire il pesante carico emotivo, ma senza mai sminuirlo.
![Companion](https://i0.wp.com/www.lapiziaviewsmagazine.it/wp-content/uploads/2025/01/copertine-articoli-8-1.png?resize=640%2C336&ssl=1)
Pur non essendo un capolavoro, Companion si inserisce perfettamente nel filone dei thriller “di consumo”, perfetti per un pubblico giovane e in cerca di intrattenimento immediato. La durata di soli 97 minuti, il ritmo serrato e la sceneggiatura intrigante ne fanno un prodotto ideale per lo streaming, ma forse meno giustificabile per una distribuzione cinematografica tradizionale. Tuttavia, è un film che ricorda le pellicole che da adolescenti cercavamo nei cinema: semplici da seguire, capaci di divertire ma anche di lasciarti con qualcosa su cui riflettere.
Un consiglio finale: se non avete ancora visto il trailer di Companion, evitatelo. Entrate in sala senza sapere nulla e lasciate che il film vi colga di sorpresa. Se lo farete, sarete molto più sconvolti da ogni svolta e ogni rivelazione che la trama riserva, e vi ritroverete davanti ad un’opera che, pur con i suoi limiti, vi intratterrà con intelligenza e un pizzico di follia.