billy elliot

Bentornati a Cultedì! La rubrica dove andremo a riscoprire i grandi capolavori e capisaldi della storia del Cinema. Quello che leggerete non sarà una vera e propria critica all’opera, piuttosto un caloroso invito a recuperarne la visione, e/o a rivederla. Fatte le doverese premesse, iniziamo!

Nel 2000 arriva nelle sale un film che rivoluziona l’immaginario collettivo. Il suo messaggio è chiaro: si può coltivare un sogno anche in un contesto ostile. Fin dalle prime scene, il protagonista trasmette gioia. Trova nel ballo, nella musica e nel movimento una via di fuga dalla realtà. Distruggere preconcetti e pregiudizi è il motore che muove tutta la storia che sta dentro il film in questione, ovvero: Billy Elliot, di Stephen Daldry con un giovane brillante Jamie Bell e un’eccelsa Julie Walters.

billy elliot

Prendere a pugni la danza

Siamo nel Regno Unito, anno 1984. In un piccolo paese di minatori vive il piccolo Billy Elliot (Jamie Bell) di unidici anni con il padre Jackie (Gary Lewis) e il fratello maggiore Tony (Jamie Draven), entrambi minatori. La famiglia Elliot è una delle classiche famiglie riversate in un contesto socio-economico difficile, che lotta per arrivare alla fine del mese; e gli scioperi incombenti dei minatori contro il governo Thatcher non aiutano di certo la situazione a casa Elliot.
Al piccolo Billy però viene dato di tuttto dal padre e dal fratello, affinché possa godersi in piena serenità la sua infanzia. Così viene iscritto al corso di pugilato nella palestra del paese. Il giovane Billy, poco appassionato alla boxe, un giorno si ferma ad allenarsi al sacco. La sua attenzione viene catturata dalla lezione di danza che si svolge nell’aula accanto alla palestra. Nell’aula adiacente Mrs. Wilkinson (Julie Walters) sta tenendo la sua lezione di danza alle coetanee di Billy.

All’inizio, l’approccio di Billy alla danza è incerto e timoroso. Suo padre e suo fratello fanno grandi sacrifici per permettergli di allenarsi con l’allenatore di pugilato, e questo lo fa sentire in colpa. Tuttavia, Billy inizia a rendersi conto che i guantoni non sono il suo destino: il suo vero sogno sono le punte dei ballerini. Questa consapevolezza lo spinge a lottare per seguire la sua vocazione, una volta scoperta impossibile da ignorare.

Il padre di Billy, uomo dalla forte personalità e già provato da una situazione economica difficile, fatica ad accettare questa nuova passione del figlio per un mondo completamente estraneo a lui e al figlio maggiore, Tony. Inizialmente, il rifiuto, il disprezzo e persino la vergogna emergono di fronte al cambiamento. Tuttavia, questo costringe il padre a un confronto con sé stesso, portandolo infine a mettere da parte i propri pregiudizi e desideri per supportare il sogno di Billy.

Le lezioni di danza di Mrs. Wilkinson procedono, e di settimana in settimana Billy fa grandi di passi da gigante. La tenera e al contempo burbera Mrs. Wilkinson si accorge del grande talento innato di Billy. Capisce così che il ragazzo ha delle concrete possibilità per entare nell’Accademia della Royal Ballet School di Londra. Il rapporto tra l’insegnante e Billy diverrà per quest’ultimo una sorta di cerotto posto sulla ferita data dalla mancanza della madre, e questo Mrs. Wilkinson l’ha capito fin troppo bene, arrivando ad affezionarsi al ragazzo. Per Billy il ballo diventerà non più un semplice movimento e passo, ma un vero grido di liberazione…e sarà proprio quel suo muoversi, quel suo grido, che metterà a tacere le malelingue del paese e i timori del padre e del fratello.

billy elliot

Librarsi in aria

Stephen Daldry dipinge, in quello che tutt’oggi rimane il suo più grande capolavoro, la società inglese più nascosta e meno raccontata fino ad allora. Quella società che negli anni ottanta riversava in un forte senso di paura per il lavoro e i salari che venivano a mancare a causa degli scioperi, quella società che intrappolata nel piccolo maga mondo dei paesi della periferia londinese cercava in tutti i modi di diventare altro. E forse proprio questo desiderio, questo volere interiore, questo voler essere altro è proprio rappresentato dallo stesso Billy Elliot. Il giovane ragazzo, innocente e incosapevole di quello che sta accadendo intorno a lui, anche se forse così dopotutto non è, sarà quel collante che (ri)unirà la famiglia.

Nota di fondamentale importanza è la colonna sonora del film. Il regista ci tiene a proporre molte delle grandi canzoni della storia del punk e del rock proprio come a voler contrapporre il peso del classicisimo portato dalla danza con sé. Ed ecco risuonare nei cinema brani dei Clash, o dei T-Rex. Billy non solo riesce a ballare sulla musica classica, ma riesce a dare movimento a brani contemporanei. Tutto questo per farci capire che la danza non è solo un tutù e punte, ma è pura liberazione!

Billy Elliot resta e resterà negli annali della storia del Cinema come uno di quei film che ci pongono una domanda alla fine della visione: abbiamo coltivato mai le nostre vere passioni? Ci è stato dato modo di farlo? Tanti dicono che non è mai troppo tardi per iniziare a cimentarsi in qualcosa di nuovo, tanti ancora affermano che prima s’inizia e meglio è. L’importante è che non bisogna mai fermarsi. E questo Billy Elliot lo ha capito molto bene.

Related Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *