Bentornati a Cultedì! La rubrica dove andremo a riscoprire i grandi capolavori e capisaldi della storia del Cinema. Quello che leggerete non sarà una vera e propria critica all’opera, piuttosto un caloroso invito a recuperarne la visione, e/o a rivederla.
Fatte le doverese premesse, iniziamo! Spesso noi italiani abbiamo la presunzione di trovare film degni di nota e degni di esseri citati e ricordati solo al di fuori dei nostri confini. Beh, oggi , proveremo a farvi cambiare idea, consigliandovi un film, qualora non lo aveste ancora visto, che, per merito suo, ha dato il via e ha ispirato numerosi film e registi negli anni dopo la sua uscita. Il film di oggi è la brillante commedia di Mario Monicelli, I soliti ignoti, del 1958.
![Cultedì: I soliti ignoti](https://i0.wp.com/www.lapiziaviewsmagazine.it/wp-content/uploads/2024/11/copertine-articoli-61.png?resize=640%2C336&ssl=1)
Il primo heist-movie moderno?
I soliti ignoti lo si colloca nelle commedie brillanti all’italiana con al centro però una dinamica narrativa alquanto interessante. Una dinamica che oggigiorno siamo abituati a vedere sul grande schermo ma che all’epoca dell’uscita del film di Monicelli, fu una rivoluzione in tutti i sensi. Poiché il genere del cosiddetto heist-movie, ovvero il film che ha il centro una truffa, un raggiro, un colpo du una banda, ha avuto il suo via proprio con il film di Monicelli. Non che prima de I soliti ignoti non ci fossero stati altre pellicole vicine al genere, ma l’opera cinematografica è stato un vero ed autentico spartiacque. E possiamo dirlo, possiamo dire che c’è un prima e dopo I soliti ignoti!
Ma qual è questa trama così avvicinante, tanto da vincere il premio Oscar come miglior film straniero nel 1959? Beh, per evitare gli spoiler (perché sì, ce ne sono molti) ci limitiamo a dire il poco ma il quanto basta ad innestare in voi la curiosità.
![Cultedì: I soliti ignoti](https://i0.wp.com/www.lapiziaviewsmagazine.it/wp-content/uploads/2024/11/copertine-articoli-62.png?resize=640%2C336&ssl=1)
Due ladruncoli di Roma, dopo un furto di un auto andato male, vengono presi dalla polizia. Ma solo uno di loro finirà al carcere di Regina Coeli. Qui nel carcere, sentirà una notizia su un ipotetico furto da realizzare…Da qui partirà il tutto, dal mettere su la banda al furto vero e proprio: il colpo! Grazie ad un cast stellare, che vede Marcello Mastroianni, Totò, Claudia Cardinale, Vittorio Gassman, Carlo Pisacane, la commedia diretta dal maestro della commedia all’italiana Mario Monicelli vola nei suoi 102 minuti, grazie alla sceneggiatura brillante e perfetta firmata dal duo Age&Scarpelli.
Ci limitiamo a discutere sulla trama proprio per non togliere il gusto ai voi lettori che ancora non avete visto il film. Perché, fidatevi: I soliti ignoti resta ed è tutt’oggi un film a dir poco geniale, divertente, intelligente e sorprendente! Ricco di colpi di scena che neanche lo spettatore più accanito può prevedere. Il tutto condito da una comicità, da gags e da momenti epici degni del cast che ha dato vita a personaggi a dir poco straordinari.
![Cultedì: I soliti ignoti](https://i0.wp.com/www.lapiziaviewsmagazine.it/wp-content/uploads/2024/11/copertine-articoli-61.png?resize=640%2C336&ssl=1)
L’influenza oltreoceano e non solo…
I soliti ignoti ha ispirato numerosi registi, diverse pellicole diventate dei veri e propri successi. Anche a distanza di anni. Inutile negare che film come La stangata (1973) di George Roy Hill, I soliti sospetti (1995) di Brian Singer, Ocean’s Eleven (2001) di Steven Soderbergh o Smetto quando voglio (2014) di Sydney Sibilia non esisterebbero. Ma poniamoci una domanda: cos’è che davvero rende il film di Monicelli unico nel suo genere?
Una risposta univoca è alquanto difficile da trovare, ma tra i vari fattori che hanno sicuramente contribuito al successo internazionale del film c’è stata la lettura di un mondo, quello criminale, quasi clownesco, leggero, ma al tempo intelligente, furbo e sagace. La miseria va a braccetto con la furbizia, con l’arte dell’arrangiarsi e del sapersi soprattutto adattare ai diversi contesti nei quali veniamo buttati da chi sta più in alto di noi. E lo sguardo comico e affascinante che Monicelli ha sui suoi soliti ignoti è toccante: il regista li vede come quasi dei reietti della società, ma che ascoltano, pianificano lontano da occhi e orecchie indiscrete.
La commedia come si deve, con il giusto equilibrio tra follia, leggerezza e anche una certa dose di malvagità, nel voler vedere soffrire i propri protagonisti perdenti, esiste. E I soliti ignoti ne è l’esempio lampante di quegli anni. Perciò, il nostro augurio, dopo aver letto queste poche righe, è quello che voi possiate andare a casa a gustarvi questa pellicola. Sperando che poi non vi passi per la testa la strana e assurda voglia di voler organizzare il colpo perfetto! In caso, il segreto sta tutto nella banda, che come avete intuito dev’essere composta da i soliti ignoti.