Benvenuti a Cultedì! La rubrica dove andremo a riscoprire i grandi capolavori e capisaldi della storia del Cinema. Quello che leggerete non sarà una vera e propria critica all’opera, piuttosto un caloroso invito a recuperarne la visione, e/o a rivederla. Fatte le doverese premesse, iniziamo!
“Tu non mi possiedi” cantavano già nel 1996 tre meravigliose donne che hanno compreso quando l’unione sia in grado di dar loro la vera forza per poter affrontare le difficoltà.

Il Club delle Prime Mogli ha tutte le carte in regola per poter far parte della rubrica del martedì, quella dedicata ai cult della cinematografia. Nonostante, infatti, sia un film classificabile come “recente” – è solo degli anni ’90 appunto – è un film che se studiato riflette molto non sono solo la società nella quale è ambientano, ma si mostra molto attuale e fresco anche oggi. Riesce a parlare anche dell’omosessualità femminile, seppur in modo sottile e non approfondendolo troppo (del resto non faceva parte della trama tale argomento).
Quattro donne, durante l’università, si erano promesse di restare amiche per la vita. Ma si sa, le cose molto spesso non vanno come si sperava. Le vicissitudini ci allontano da quegli affetti che ci sarebbe tanto piaciuto portare con noi per poter affrontare in modo più sicuro la vita da adulta. Soprattutto perché, nel momento del bisogno, la solitudine diviene padrone della nostra mente e ci spinge verso il baratro. Proprio perché una di queste quattro donne ha trovato la sua fine lanciandosi, senza troppi ripensamenti, nel vuoto; le altre si re-incontrano. Il destino, quindi, gioca quelle carte che ci permettono di essere nel posto giusto, al momento giusto. Così, si incontrano nuovamente i vecchi affetti e si sbrogliando i nodi delle proprie vite.
Le tre donne, poste davanti alle reciproche difficoltà delle loro vite, sono costrette a raccogliere i cocchi che i loro mariti hanno disseminato. Separazioni e divorzi fanno di loro “le prime mogli”, la scelta che gli uomini hanno fatto prima di inseguire la propria amante. In questo modo, il confronto reciproco, permette loro di ricercare la propria libertà e indipendenza.
Non vendetta, ma giustizia.

Non un piano ideato per poter cercare di mettere metaforicamente “fine” alla vita dei loro mariti, ma per far provare loro le stesse emozioni con cui convivono da troppo tempo.
Sorvolando sul magnifico cast di cui è pregna questa meravigliosa commedia, ci si rende conto immediatamente di come questa possa risultare straordinariamente fresca nonostante i suoi 26 anni. Il tema principale è quello del divorzio e di ciò che porta con sé. Una piccola guerra civile nella quale non ci sono reali vincitori o vinti, ma molto spesso se ne esce semplicemente devastatati o con molto rammarico, desiderando persino di tornare indietro.
Vi è molto girl power in questo film e lo si evince non tanto dall’unione delle tre protagoniste, ma dal fatto che queste tre donne vogliono aiutare chi è nella loro stessa situazione così che nessuna sia tentata di fare la stessa scelta fatta dalla loro defunta amica. È bello vedere come loro non vogliano vendicarsi con le donne che “hanno loro sottratto i mariti”. La rabbia nei loro riguardi è sempre e comunque dietro l’angolo, ma al contrario di come avviene molto spesso non le accusano di essere le dirette responsabili delle loro crisi coniugali. Sono gli uomini quelli che le hanno usate prendendo i loro anni migliori e poi le hanno scaricate per modelli dalla carrozzeria più fresca. Possedute al pari di un auto, oggettificate da quel maschile maschilista.

L’uomo è, dal canto suo, un po’ stereotipato; ciò lo si vede specialmente nel fatto che si facciano tranquillamente imbambolare dalla nudità. Come se bacetti e moine avessero il potere di cancellare tutti i capricci delle donne. Del resto, non comprendono quasi più nulla nell’esatto istante in cui viene fatto anche il minimo cenno alla nudità: “abbassami la zip, caro!”.
In sostanza, questa è una pellicola che ha avuto il grande plauso di metter a nudo la fragilità della donna quando viene lasciata dal marito. Il rimettersi in gioco, il trovare la propria strada, il comprendere come essere indipendente – soprattutto se contestualizzato negli anni ’90 – non deve essere semplice. Ripartire e riprovarci non sentendosi sole.
Il Club delle Prime Mogli appartiene a quella serie di film che tutti dovrebbero aver visto almeno una volta nella vita.
E ricordatevi sempre: “Non prendetevela, prendetevi tutto!” – Cit. Ivana Trump.