Cultedì: Il grande Lebowski

Bentornati a Cultedì! La rubrica dove andremo a riscoprire i grandi capolavori e capisaldi della storia del Cinema. Quello che leggerete non sarà una vera e propria critica all’opera, piuttosto un caloroso invito a recuperarne la visione, e/o a rivederla.

Fatte le doverese premesse, iniziamo! Se pensate che il vostro tappeto di casa dia un tono all’ambiente, che pagare con un semplice assegno un gallone di latte fresco non sia poi del tutto così anormale e che il bowling sia una vera religione; allora Il grande Lebowski è il film che fa per voi!

Cultedì: Il grande Lebowski

Chi è il Drugo? Nel dubbio non chiamatelo Lebowski!

Era il 1998, quando i fratelli Coen, Joel&Ethan, consegnavano al mondo il perfetto ritratto dell’uomo medio. L’americano non disilluso dalla società, ma consapevole del suo marciume. Pronto a lasciarsi trasportare dal flusso degli eventi con una serenità a dir poco perfettamente equilibrata.

Il grande Lebowski non è solo una commedia amara brillante. Non basta un semplice scambio di persona per descrivere le avventure del protagonista. Il Drugo (Jeff Bridges) deve fare di tutto per salvare la vita ad una donna rapita e riportarla a casa, mettendo in pericolo se stesso. Affrontandolo con classe e dignità. Il grande Lebowski è il Drugo in tutto e per tutto, è un eroe: vero manifesto dell’uomo medio americano. Indifferente verso ciò che gli va contro e chi lo acclama.
Interessato solo allo stare in pace con se stesso e con gli altri. Colui che come amici ha un eccentrico veterano del Vietnam, Walter Sobchak (John Goodman) e Donny (Steve Buscemi). Il primo troppo concentrato su sé stesso e sul suo Shomer Shabbat, pronto a far entrare chiunque gli vada contro in una valle di lacrime. Il secondo invece è l’amico innocente, ingenuo e mai preso troppo sul serio e che alla fine paga le conseguenze dell’azioni dei suoi amici.

Cultedì: Il grande Lebowski

Mentre il Drugo chi é?
Non è solo “un uomo in grado di fare la scelta giusta al momento giusto […] che ha un paio di testicoli”. Un tale che s’incontra, con cui si beve una birra, un uomo la cui felicità ruota intorno a poco certezze. Il disimpegno costante nei confronti di un mondo prossimo alla rovina e al bowling, unico sfogo in cui riversare il proprio amore incondizionato.

I fratelli Coen hanno saputo mettere in scena il perfetto ritratto dell’uomo come essere privato di sogni e obiettivi. Valori che per molti non solo solo un film, ma una religione e uno stile di vita. Il singolo individuo che va avanti non per inerzia. Ma perché è in grado di far proprie le circostanze fortuite che la vita talvolta gli concede. Come quasi fosse la vita stessa ad essere in debito con quest’uomo, nel film dei Coen impersonato dal Drugo.
Dalle menti che hanno partorito non solo Fargo (1996), Barton Fink (1991), Non è un paese per vecchi (2007), arriva un messaggio forte e chiaro. Un grido contro a quegli ideali adattabili solo a modelli pubblicitari, ma finti e fallaci per il singolo.

Cultedì: Il grande Lebowski

L’ironia come arma, fidatevi: usatela e farete sempre centro!

A noi cinefili, che celatamente aspiriamo ad essere in parte come Jeff Bridges ne Il grande Lebowski, cosa resta dell’opera cinematografica dei fratelli Coen? Cos’è che abbiamo imparato e cos’è che continuiamo a domandarci? Chiaro è che le varie risposte cambiamo per ognuno di noi. Ma c’è un comun denominatore per tutti quanti noi: l’ironia pungente. Il Drugo non solo risponde a tono ai duri colpi della vita, ma sembra quasi che quest’ultimi nemmeno siano in grado di scalfire il suo essere, che dunque risulta impenetrabile e a tratti ineluttibale. Il suo disimpegno e misticismo e il suo legarsi a cose per tutti futili, come un banale tappeto, arricchiscono invece la vita di chi ne vedo come un tratto distintivo che conferisce un tono all’ambiente. Ogni cosa ha il suo valore, ed è giusto dargli la doverosa riconoscenza.

Se vi dicessimo che la vita è sofferenza e squallore giustamente vi sentireste in dovere di mandarci a quel paese (non preoccupatevi: sappiamo la strada), ma non è questo il caso. Noi che siamo qui a consigliarvi la visione de Il grande Lebowski, e siamo qui a ricordarvi che nulla è più potente di una sonora risata fatta in faccia alle dolorose circostanze che ci attraversano. Noi lo abbiamo imparato anche grazie alle avventure de Il Drugo, o Drughetto se siete coloro che mettono un dimunutivo ad ogni singola cosa. Perciò dai, speriamo che dopo la visione di questo imperdibile capolavoro, di questo cult della storia del Cinema abbiate il desiderio di passare una bella serata al bowling… chissà, magari potreste incontrare il Drugo.

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