Cultedì: Il silenzio degli innocenti

Bentornati a Cultedì! La rubrica dove andremo a riscoprire i grandi capolavori e capisaldi della storia del Cinema. Quello che leggerete non sarà una vera e propria critica all’opera, piuttosto un caloroso invito a recuperarne la visione, e/o a rivederla.

Fatte le doverese premesse, iniziamo!
Chi l’avrebbe detto che nel lontano 1991 saremmo tutti quanti rimasti incantati dall’eloquenza di un maniaco sadico cannibale dal nome di Hannibal Lecter (Anthony Hopkins). Stregati dalla conversazione che ha con la giovane detective del FBI Clarice Starling (Jodie Foster) sul serial killer Buffalo Bill. Preparate dunque un bel piatto di fave e un buon Chianti perché oggi parliamo de Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme!

Riscopri con noi Il silenzio degli innocenti, capolavoro thriller di Jonathan Demme. Dal geniale Hannibal Lecter alla coraggiosa Clarice Starling, riviviamo insieme le atmosfere oscure e il gioco psicologico tra i due iconici personaggi. Un invito a immergersi nel brivido di un cult immortale, vincitore dei Big Five agli Oscar e pietra miliare del cinema.

L’ultimo dei Big Five…

Tra voi che state leggendo forse potrà essere insorta una domanda: che vuol dire Big Five? Ma, soprattutto, che cosa sono i Big Five? Rispondiamo al volo prima di cominciare. I Big Five sono i cinque premi più importanti degli Oscar che includono: miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale, miglior attrice e miglior attore. E quindi, facendo due più due avete già intuito che Il silenzio degli innocenti è stato l’ultimo film, per ora, ad entrare nei Big Five. Prima della pellicola di Jonathan Demme si erano conquistati la nomea dei Big Five film come: Accadde una notte (1934) di Frank Capra e Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975) di Miloš Forman.

La pellicola, tratta dal romanzo omonimo di Thomas Harris, vede il capo del FBI Jack Crawford (Scott Glenn) indagare sul serial killer Buffalo Bill. Decide così di affidarsi ad un’altra mente diabolica per scovare il furioso omicida. Così manda la giovane Clarice Starling (Jodie Foster) a chiedere aiuto e consigli al famigerato Hannibal Lecter (Anthony Hopkins). Lui ex psichiatra e criminologo si dilettava a mangiare i propri pazienti. Da qui la trama si aprirà con la ricerca dell’omicida che sta terrorizzando la città. Man mano prenderemo conoscenza delle paure e degli incubi che abitano la mente di Clarice. La conversazione tra i due, infatti, verte sull’analizzare la mente di quest’ultima, non mancando però al patto stretto con lei, ovvero trovare Buffalo Bill.

Jonathan Demme mette in scena quello che senza dubbio rimane ad oggi uno dei migliori film thriller della storia. Capace di infondere paura e angoscia con uno stile calmo e pacato. La narrazione si prende i suoi tempi, esattamente come un carnefice che si gusta l’atto di uccidere la sua vittima. Demme gioca con il pubblico, lo rimanda più e più a volte e chiedere aiuto alla persona meno incline ad aiutare gli altri. Si suggella un patto tra vittime e killer che sembra un passo a due. Del resto, Hannibal Lecter potrebbe ucciderci da un momento all’altro. Il rapporto con la morte, in questo modo, si fa sottile. La Mietitrice passeggia accanto a noi tenendoci per mano per tutta la durata della pellicola. Un patto che dobbiamo per forza siglare con l’autore se vogliamo arrivare a scoprire in fondo a un pozzo la verità.

Riscopri con noi Il silenzio degli innocenti, capolavoro thriller di Jonathan Demme. Dal geniale Hannibal Lecter alla coraggiosa Clarice Starling, riviviamo insieme le atmosfere oscure e il gioco psicologico tra i due iconici personaggi. Un invito a immergersi nel brivido di un cult immortale, vincitore dei Big Five agli Oscar e pietra miliare del cinema.

Noi nelle mani di Hannibal Lecter!

Sai cosa mi sembri con la tua borsetta pulita e le scarpette a buon prezzo? Mi sembri una campagnola. Un’energica campagnola ripulita con poco gusto. Sei stata nutrita bene e questo ha allungato le tue ossa, ma non ti sei spinta più in là di una generazione rispetto ai rifiuti umani da cui provieni, vero? E quell’accento che hai tentato così disperatamente di perdere, pura Virginia occidentale. Che fa tuo padre? Fa il minatore? Puzza ancora di lampada a petrolio? So come ti hanno scoperto in fretta i ragazzi, tutti quei noiosi, puzzolenti palpeggiamenti sui sedili posteriori delle macchine, mentre tu avevi un solo sogno: andartene via, cercare qualunque cosa ti desse la possibilità di arrivare all’FBI.

– Hannibal Lecter (Anthony Hopkins) a Clarice Starling (Jodie Foster)

Impossibile non sentire il gelo nelle ossa rileggendo una delle migliori linee di dialogo dell’intera storia del Cinema. L’intera sequenza, nella quale Sir Anthony Hopkins regala tra le sue più celebri e magistrali interpretazioni, viene ancor meglio elevata nel celebre doppiaggio italiano dove a dare la voce ad Hannibal Lecter è stato il compianto, e mai abbastanza citato ed elogiato, Dario Penne.
Hannibal Lecter raffigura il marciume dell’intera società che ci scivola addosso e che si attacca a noi, di cui non riusciamo mai del tutto a ripulirci. Il male viene palesato con la sua presenza, con la sua prima apparizione all’interno della pellicola: in piedi, pronto all’attacco, immobile, che scruta e studia l’ambiente, consapevole che sta arrivando qualcuno, probabilmente la sua prossima vittima. Ma allo stesso modo egli vuole interagire con lei, giocare con le sue paure. Iniziare una partita a scacchi, dove l’obiettivo non è fare scacco al Re, ma fare cadere psicologicamente la nuova Regina, ovvero Clarice Starling.

Il silenzio degli innocenti ci fa vivere l’intera vicenda dal punto di vista di Clarice, sebbene il film voglia avere un’impronta del tutto esterna e mai in prima persona della protagonista. Ma noi pubblico sappiamo per certo di vestire i panni dell’energica campagnola ripulita con poco gusto. Vogliamo la verità, e siamo disposti a scendere a patti col diavolo fatto persona. Sappiamo anche che egli vorrà sfuggire al nostro controllo, ma sappiamo anche che mai la morte non ci abbandona mai. Ci richiama nel momento in cui meno ce lo aspettiamo, piantando in noi in modo perenne il seme della paura e dell’angoscia.

Il morso di Hannibal Lecter dal quale cerchiamo disperatamente di sfuggire, e che presumiamo di controllare con una semplice e innocua maschera, divenuta vero e proprio oggetto feticcio dei travestimenti ad Halloween e non solo, ci dà la parvenza di sicurezza che il serial vuole farci avere, consapevole in realtà che egli è il macellaio che tiene in mano la mannaia pronta a farci in mille pezzi. Quindi che ruolo ricopriremo all’interno della storia: lupi feroci o agnelli che piangono in silenzio? Forse non lo sapremo mai, se non alla fine del film.

Riscopri con noi Il silenzio degli innocenti, capolavoro thriller di Jonathan Demme. Dal geniale Hannibal Lecter alla coraggiosa Clarice Starling, riviviamo insieme le atmosfere oscure e il gioco psicologico tra i due iconici personaggi. Un invito a immergersi nel brivido di un cult immortale, vincitore dei Big Five agli Oscar e pietra miliare del cinema.

Una recitazione più che mai viva

Indubbio affermare che le interpretazioni di Foster e Hopkins siano tutt’oggi sinonimo di grandezza e bravura magistrale. Vedendo l’opera di Demme ci accorgiamo man mano di quanto entrambe le interpretazioni degli attori risultino assolutamente in ogni oltre modo veritiere. Nei silenzi e negli scambi di sguardi avvertiamo la tensione, la pianificazione di entrambi col fine di fregare l’avversario, sapendo comunque che tra di loro dovrà per forza esserci una collaborazione. Dunque, col fine di mantenere lo status quo, ambedue fanno buon viso a cattivo gioco.
Alla fine però ciò che rimarrà sarà la disillusione di Clarice Starling nel vedere un mondo intriso di un fetore di morte e di malvagità impossibile da annientare e sopperire. Seppur con il suo allontanamento dal suo nemico/collega del caso (Hannibal Lecter), sarà comunque perseguitata dalla sua presenza, come la stesse richiamando a sé; proprio come il lupo che gioca con la sua preda, ossia un docile e gracile agnellino…che però conosce bene il suo predatore. Perciò, se sentite il bisogno di chiamare qualcuno per risolvere un caso, ora sapete chi contattare, vi lasciamo solo una piccola avvertenza: non invitatelo a casa vostra perché potrebbe portare un suo caro vecchio amico per cena.

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