Bentornati a Cultedì! La rubrica dove andremo a riscoprire i grandi capolavori e capisaldi della storia del Cinema. Quello che leggerete non sarà una vera e propria critica all’opera, piuttosto un caloroso invito a recuperarne la visione, e/o a rivederla. Fatte le doverese premesse, iniziamo!
Abbiamo già avuto modo di ribadire il concetto che il Cinema in quanto tale dev’essere un viaggio al di fuori della propria realtà. Lo è stato fin dalla sua scoperta, ovvero dall’invenzione del cinematografo dei fratelli Lumière, 28 Dicembre 1895. E il viaggio che l’uomo da sempre ha sognato è stato quello verso quel piccolo satellite che da sempre ci orbita e scruta da lontano: la Luna. E Georges Méliès in un film dalla durata di quindici minuti, poco meno, riesce a compiere quel viaggio andata-ritorno, portando con sé lo spettatore, con l’unica certezza che una volta sceso dall’astronave, che lo ha condotto sul suolo lunare, non sarà più lo stesso.

Sognare è la risposta!
Georges Méliès sa bene come stupire lo spettatore, prima ancora di approdare al mezzo cinematografico. Nato come prestigiatore e creatore di trucchi di magia, Georges Méliès viene rapito nel 1895 da quel nuovo trucco di magia che è il Cinema. Ne rimane così affascinato che vende il proprio teatro in cui si esibiva per fare i suoi spettacoli di magia e acquista quello che poi diventerà il suo personale studio cinematografico: un edificio interamente fatto di vetro, affinché la luce potesse entrare, necessaria per fare le riprese.
La carriera di Méliès lo porta a girare più di 300 film, dove sperimenta con la macchina da presa e con il montaggio, arrivando così alla scoperta dei trucchi del montaggio che lasciavano a bocca aperta folle di spettatori increduli di quanto appena visto sullo schermo. A lui si deve la scoperta e il perfezionamento della tecnica della dissolvenza, dell’esposizione multipla, della sovraimpressione e tante altre…
Concetti quali immaginazione, fantastico, stupore sono alla base della filosofia del noto cineasta francese. E su tutti i suoi capolavori, Il viaggio nella Luna (Le Voyage dans la Lune) rimane un pilastro del Cinema. Se prima di Méliès il Cinema e la sua tecnica venivano utilizzati come mezzo per mostrare il mondo agli spettatori così com’era, quindi come una sorta di cartolina della città che veniva proiettata sul grande schermo, (le famose vedute dei fratelli Lumière per intenderci), è grazie a Méliès che s’incomincia a portare una vera narrazione all’interno della messa in scena, con scenografi e costumi ed effetti speciali capaci di stupire a più di centovent’anni di distanza!

Il viaggio, l’occhio, la Luna!
Il viaggio nella Luna (Le Voyage dans la Lune) s’ispira al noto romanzo di Jules Verne. Méliès rivoluziona la messa in scena, e così come il Cinema era visto come scoperta, il regista francese pone il significato di scoperta sulle spalle del protagonista del film: un astronomo che dopo aver visto dal cannocchiale il satellite, convince l’accademia scientifica ad organizzare una spedizione sul suolo lunare…il resto è storia!
Della pellicola di Méliès ci si ricorda soprattutto il famoso frame del razzo, in cui a bordo ci sono gli scienziati, che dopo essere stato lanciato dalla Terra, viaggia a tutta velocità verso la Luna, arrivando fino a colpire quello che a tutti gli effetti è l’occhio della Luna. In che senso (direste voi)? Beh, perché Méliès ha avuto la brillante e folle idea di dare un volto alla Luna, il suo! Grazie alla sovraimpressione d’immagine sulla pellicola ecco che la Luna acquista le sembianze dello stesso regista.
Di fatto, dunque, possiamo senza dubbio affermare che il film in questione è il primo film di fantascienza della storia. Ben sessantasette anni prima dell’allunaggio di Neil Armstrong, Georges Méliès compiva quello che senza ombra di dubbio è stato un piccolo passo per l’uomo ma un grande passo per il Cinema. Senza la follia, l’azzardo, il coraggio e la fatica, la dedizione l’ispirazione di quel grande mago, non avremmo mai avuto Il viaggio nella Luna (Le Voyage dans la Lune)!
Un film che continua a ispirare…
Nei decenni a seguire, sebbene la carriera di Méliès con l’avvento della guerra abbia avuto una roboante caduta portandolo a dire addio al mondo del Cinema, i suoi film comunque hanno continuato imperterriti a far viaggiare con la mente generazioni su generazioni, ispirando artisti di ogni tipo. Sono numerosi i tributi fatti all’opera di Méliès. Quella che tutti ricordano con piacere è sicuramente il film di Martin Scorsese del 2011 Hugo Cabret, tratto dalla graphic novel di Brian Selznick, La straordinaria invenzione di Hugo Cabret, dove a dare corpo e anima al pioniere del Cinema è il sommo Ben Kingsley. Nel film di Scorsese non si può che scrutare l’amore del regista americano e la sua completa devozione e gratitudine per il regista francese.
Perciò, per coloro che non avessero ancora avuto la possibilità di viaggiare nella Luna, ora sapete come arrivarci, è assai semplice se ci pensate: basta sedersi e godersi la magia creata centoventidue anni fa da un grande mago. Facile, no?!