Dile, “Almeno Credo”, la malinconia di un amore che non si arrende alla fine

almeno credo dile

Dile, al secolo Francesco Di Lello, torna dopo “Affetto Collaterale” con una canzone che racconta un amore che non si arrende davanti alla fine.

“Almeno Credo”, questo il titolo del nuovo progetto musicale del cantautore abruzzese, ci porta all’interno della nostalgia che ci attanaglia la mente parlando di quell’amore che, nonostante sia finito, torna sempre a bussare alla nostra porta.

Un brano sicuramente malinconico quello che Dile ci regala: uno di quei pezzi che evoca dentro di te un nome, un’ immagine, un momento specifico che vorresti rivivere all’infinito, che tieni nascosto – nonostante il tempo sia passato – come si fa con le cose belle. Le note di “Almeno Credo” si insinuano prepotentemente tra le crepe della tua anima, sedendosi vicino a quei ricordi, proprio quelli che cerchi disperatamente di soffocare e – di colpo – li libera tutti lasciandoti con il telefono in mano pronta a fare l’ennesima cazzata che poi, forse, è la cosa più giusta da fare.

“E poi e poi e poi finiamo a letto, di cazzate ne ho già fatte tanto un’altra fa lo stesso, per sentirci in colpa sai avremo tutto quanto il tempo, ma ti giuro questa è l’ultima… o almeno credo”

Dile riesce a parlare con la parte più fragile dell’essere umano, quella nostalgica e malinconica che continua a credere disperatamente ad un amore che si è affievolito, ma continua ad avere – ancora – quella carica attrattiva fortissima verso l’altra persona, costringendoti a fare i conti con quello che siete stati e che forse non sarete mai più. La tentazione di lasciarsi andare, talvolta però, è più forte del rimorso del giorno dopo e quindi non fa niente se è una cazzata, quel messaggio lo mandi e corri tra le braccia di chi ti ha stretto come nessun altro, vivendo – forse per l’ultima volta – una notte che ricorderai.

Dopotutto, come ci dice lo stesso artista, per pentircene avremo tutto quanto il tempo e cedere alla voglia di cascarci di nuovo, ancora una volta, forse l’ultima, rende vivi.

Dile con questo nuovo pezzo riesce a dimostrare, ancora una volta, il suo talento nella scrittura e lo fa attraverso testi delicati che riescono a scalfire anche i cuori più freddi e avvalendosi, come sempre, di suoni puliti – principalmente chitarra che accompagna la sua graffiante e profonda voce – tipici delle ballad del cantautorato italiano di cui lui stesso è figlio.

In “Almeno Credo” Dile esprime le varie sfumature dell’amore, le fasi che lo contraddistinguono, le emozioni che evoca questo sentimento e tutte le contraddizioni che gli innamorati (o gli amanti) si portano dietro, spesso e volentieri, senza accorgersene.

Se ancora non conoscete Dile e la sua musica consiglio di recuperare immediatamente, di seguito alcuni dei miei pezzi preferiti: “Tra la testa e lo stomaco”; “Migliore di me”; “Mondocane”; “Maledetti noi” e “Sceneggiatura”. Sono certa però che una volta essere entrati in contatto con la sua musica non riuscirete più a farne a meno.

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