È disponibile, da poco meno di una settimana, il nuovo brano della band romana: “Se andrò all’inferno tu verrai con me”. Un titolo che va in contro tendenza al catchy mood che nell’ultimo periodo di sta riversando nella titolazione dei brani. Sorvolando sulla sua lunghezza, una premessa è quasi doverosa. La band romana, nata nel 2020, è rimasta ferma per quasi un anno. L’ultimo brano che avevano pubblicato era “Mantra” e aveva tutte le carte in regola per risuonare all’interno del mese di ottobre.
“Isoladellerose” riporta in ascolto tutto il suo stile rock, in un brano sensuale che lascia poco all’immaginazione. In questo, la voce di Federico Proietti riesce perfettamente a coniugarsi col sound scelto dai tre ragazzi. Per chi non dovesse saperlo, prima di scendere in maggiori dettagli, i tre sono i vincitori di “The Band”, talent show di Rai1 che li ha visti protagonisti col loro inedito “Nada Màs”. Durante le esibizioni del programma, hanno avuto modo di far vedere la loro capacità nello spaziare tra diversi generi, variando dal rock al funk senza nessun tipo di problema.
![Dopo quasi un anno di fermo, Isoladellerose torna con un nuovo e travolgente brano che lascia molto poco all’immaginazione](https://i0.wp.com/www.lapiziaviewsmagazine.it/wp-content/uploads/2024/10/copertine-articoli-26.png?resize=640%2C336&ssl=1)
“Se andrò all’inferno tu verrai con me” è un ottimo modo per poter riabituare l’ascoltatore alle loro corde. La batteria di Iacopo Volpini e il basso di Andrea Zanobi, scandiscono perfettamente il ritmo sensuale suggellato dalle parole del testo.
“Tu, io, noi
sei tutto quello che non vuoi
Tu, io, noi, dai
dimenticherò, dimenticherai
mostrami il tuo corpo
hai i miei segni sul tuo collo
urli se ti mordo
ma non dici no”
Come dicevamo, il testo lascia poco all’immaginazione. Eppure, per quanto fin dalle prime battute il tutto possa essere sessualmente esplicito, ci sono alcune battute che rendono interessante la scrittura di questi tre ragazzi.
“Babe, tu sei la mia Eva e io la serpe”
Per chi sta scrivendo questo articolo (quasi come se me ne volessi io stessa lavare le mani) l’attenzione viene facilmente catturata se vi sono dei riferimenti biblici. È sempre interessante notare come sacro e profano riescano a mescolarsi, specie quando si sta parlando di un argomento generalmente tabù come il sesso. In questo caso subentra la tentazione e l’incapacità di poter dire di no a un desiderio talmente forte da spingere l’acceleratore verso la perdita di lucidità. Del resto, si sta parlando di abbandono totale di giochi sporchi e cosa c’è di meglio di ciò per poter lasciar andare i freni inibitori?
“E non ho più controllo
E tu
Tu vai più giù
Nel rosa eterno
Se andrò all’inferno
tu verrai con me”
In ogni caso, questa perdizione non sembra essere solo passionale. Essa sembra essere connotata dal sentimento a cui inneggiano tutti i poeti “il rosa eterno”: quell’amore romantico che, però, viene sporcato dalla carnalità di labbra che sono l’essenza del Nirvana.
Isoladellerose si muove tra passione, carnalità e amore spingendo l’ascoltatore e voler scendere in quell’abisso. In fin dei conti, se si conosce il capo, non sembra poi tanto male. Quindi perché fermarsi quando anche il sound cambia e il tutto sembra quasi trasformarsi in una disperata preghiera perché non vi è via di scampo?
Tra allusioni e illusioni, l’innamorarsi di questo gioco perverso è un bisogno fisico. Ed è qui che la musica ci accompagna in questa discesa, come un Caronte che ci porta sulla soglia del nostro contrappasso. Chissà se Paolo e Francesca siano così d’accordo con questo concetto mentre continuano ad essere travolti dalla bufera dantesca.
Non ci resta non far altro che restare all’inferno, insieme al designato compagno di viaggio, per poterci lasciar coinvolgere dall’estasi delle note suonate da questi tre demoni.
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