Emily in

“Emily in Paris” è disponibile con la quarta stagione su Netflix. La serie, divisa abilmente in due parti, ci propone nuovamente la protagonista nel suo habitat naturale: Parigi.

Nonostante si sia giunti alla quarta stagione, il registro non cambia. Stessi vestiti stravaganti, stesso lavoro utopico e stessi meccanismi – al limite della tossicità – tra i protagonisti. E’ vero nessuno di noi guarda Emily in Paris per la trama, ma se all’inizio il tutto sembrava una novità ben costruita oggi risulta un prolungamento di qualcosa che, banalmente, si sarebbe potuto chiudere la scorsa stagione.

Emily, la stessa che vive da due anni il sogno parigino senza aver imparato una parola di francese, si ritrova nuovamente a scegliere tra Alfie e Gabriel. La sua amicizia con Camille sembra ormai scoppiata nella tempesta assoluta. Nel campo lavorativo tutto resta fermo nel tempo. Il termine corretto è cristallizzato, sono tutti vittime di un freeze generale che li lascia fermi un’impasse di cui potevamo fare tutti a meno.

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Il vero plot twist della storia arriva con l’arrivo di Emily a Roma, ma solo ed esclusivamente per il cambio di location. La nostra protagonista preferita, infatti, si comporta esattamente nello stesso modo. L’unico obiettivo è quello di convincere le persone attorno a lei, di cui puntualmente si innamora, a lavorare per l’Agenzie Grattau. Tutto in questi otto episodi è finto e privo di quella personalità che emergeva nella prima stagione, fatta eccezione per Sylvie. L’unica vera punta di diamante di questa serie allo sbaraglio, l’unica che effettivamente manda un messaggio positivo di girl power, emancipazione, talento e tanta personalità.

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In sintesi si… “Emily in Paris” continua ad essere un prodotto che viene visto. Un’ottima colonna sonora mentre si lavora in smart working, un perfetto spunto se ti manca ispirazione nello styling, ma non dà altro. Anzi, se possibile, ha perso anche quel tocco di magia che aveva guadagnato per chi, come me, lavora nel marketing e nella comunicazione digitale.

Quindi la domanda è una: quando ci darete l’end game tra Emily e Gabriel che aspettiamo dalla prima stagione? E soprattutto per quanto ancora dovremmo continuare a guardare una serie che non può dare nulla di più se non l’assurda utopia americana di un mondo perfetto fatto di stereotipi?

Noi sicuramente non lo sappiamo, ma sappiamo già che la quinta stagione si farà e sarà ambientata proprio a Roma.

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