Questa non sarà una recensione, questo sarà un modo per poter esorcizzare un ossessione!
Hazbin Hotel è disponibile su Prime Video da qualche settimana e io sono già al terzo rewatch, senza contare le innumerevoli volte in cui ho visto solo ed esclusivamente la quarta puntata perché contiene le mie canzoni preferite.
Conobbi questa serie dal suo pilot (spero che sia doppiato professionalmente), disponibile su YouTube, ormai qualche anno fa. Ero disperata nel vedere che non vi fosse un continuo, ma entrai nel loop delle sue canzoni e rimasi in stand by in attesa di un proseguo. Adesso, di conseguenza, la totale assenza di altre puntate ha provocato un vuoto incolmabile nella mia sete di curiosità.
Fatta questa premessa, addentriamoci in un mondo che non ha bisogno di troppi preamboli per essere annunciato. La trama è sufficiente per comprendere il cuore di tutto ciò che verrà esplorato nelle otto puntate della serie. Nonostante il suo spirito indipendente, che non la rende una serie perfetta, è stata elevata dalla forza delle sue interpretazioni.
![HAZBIN HOTEL](https://i0.wp.com/www.lapiziaviewsmagazine.it/wp-content/uploads/2024/12/hazbin-hotel-serie-2024-prime-3.webp?resize=640%2C360&ssl=1)
Siamo all’inferno e Charlie Stella del Mattino, la figlia di Lucifero, ha aperto un hotel pronto ad ospitare le anime che sono in cerca di una redenzione. Il linguaggio, specie per le prime puntate, ne fa un’opera decisamente spinta, ma basta non demordere per poter sentire un po’ di più la profondità dei suoi temi. Tanti, forse anche troppi, sono stati i giudizi affrettati che sono stati espressi su questa serie animata; il che ha fatto perdere un po’ il focus di tutta la sua rappresentazione. La richiesta è proprio quella della redenzione, del pentimento e del trovare un modo per poter evitare la mattanza di anime compiuta dagli angeli esorcisti per evitare il sovrappopolamento. Il tutto sotto il motto del: si è sempre fatto così, non si comprende la reale ragione per cui cercare un cambiamento.
Charlie, quindi, è ambiziosa e vorrebbe cambiare le sorti della sua gente. Inutile dire che, però, non viene molto presa sul serio; al contrario, viene etichettata come sciocca e frivola più volte. L’unico sostegno che riesce ad ottenere è quello della sua ragazza, Vaggie, e del demone della radio, Alastor. Senza considerare, al momento, gli altri componenti dell’hotel che diventeranno una sorta di famiglia.
![HAZBIN HOTEL](https://i0.wp.com/www.lapiziaviewsmagazine.it/wp-content/uploads/2024/12/hazbin-hotel-6.jpeg?resize=640%2C362&ssl=1)
Ciò che la serie non mostra, ma di cui è a conoscenza chi ha visto il pilot è un po’ la fondazione di questo hotel. Perché si, purtroppo all’interno di queste otto puntate c’è tanto da osservare, ma poco dell’hotel in questione. I personaggi si sviluppano principalmente all’esterno della trama, con alcuni passi che sembrano mossi con un po’ troppa fretta. Non si tratta di una serie perfetta, ma è realizzata in modo da sembrare tale.
Nonostante, però, non ci siano date tutte le informazioni sui personaggi e la loro caratterizzazione – al momento – è molto asciutta e funzionale al principale svolgimento della trama tutto diviene di facile affezione. I protagonisti sono imperfetti, persino gli angeli lo sono, il che permette una grande affezione e sintonia. Non è un caso che uno dei personaggi più amati sia Angel Dust: un porno attore che manifesta più e più volte le sue fragilità, abbassando la maschera dietro la quale si cela. O che si sia fatta tanta attenzione alle parole che Alastor dedica a Charlie quando parla dell’importanza del suo sorriso. Piccoli dettagli che riescono a fornire i giusti indizi emotivi per spingere il pubblico ad amare le azioni in scena.
Si è incuriositi da Hazbin Hotel, si vuole sapere altro sulla sua lore così come si brama ardentemente una nuova stagione per poter scoprire nuovi personaggi. Si sta incollati sullo schermo come se queste otto puntate fossero una grande ed unica premessa, quasi un trailer, pronto a svelare molto altro sulla realtà tra inferno e paradiso.
Vecchio e nuovo si contrano, così come TV e Radio, o bene e male; mostrando le diverse sfumature e accezioni della redenzione e dell’accettazione di sé stessi. Le anime umani sono fallaci: peccatori che però si pentono una volta compresa la lezione che dovevano imparare. Chi cerca l’assunzione in paradiso lo fa, infatti, comprendendo l’entità del proprio errore e cercando di porvi rimedio (come qualcuno riesce a fare).
![HAZBIN HOTEL](https://i0.wp.com/www.lapiziaviewsmagazine.it/wp-content/uploads/2024/12/og-image.webp?resize=640%2C360&ssl=1)
Come, però, abbiamo sottolineato più volte: è resa perfetta e dobbiamo spiegare bene questo concetto. Sia nella sua versione originale, ma specie in quella in italiano, le interpretazioni delle canzoni sono state in grado di fornire un alto impatto timico. È vero, ogni tanto lo svolgimento della trama si stacca dal ritmo che viene scandito dalle canzoni, ma ciò non toglie che esse siano il vero core della serie. Animazione e musical si fondono per poter giocare con l’emotività dello spettatore. I richiami a grandi musical è ben chiaro ed evidente, una sorta di omaggio per così dire, e questo elemento è in grado di rendere familiare qualcosa che non ancora non si conosce.
Venendo alla mia parte preferita: l’adattamento. Io non mi stancherò di fare i complimenti ad ogni singolo membro di questo fantastico team. Dalle singole voci alla direzione e all’attenzione dedicata per trasmettere il giusto senso del discorso, l’adattamento in italiano si distingue come una piccola pietra preziosa in un panorama di prodotti lavorati sempre più velocemente e con una fedeltà che a volte ignora il necessario adattamento culturale. In questo caso, è stato attribuito il giusto valore a una mitologia (sia religiosa che urban fantasy) e a una cultura, realizzando un lavoro senza pari. Si è prestato orecchio all’originale, tanto quanto al pubblico che avrebbe dovuto fruire di quel contenuto.
Una menzione d’onore per le nostre voci italiane. Doppiatori che hanno giocato col canto riuscendo a misurarsi con delle vere e proprie prove da performer. Il grande Oreste Baldini ha trovato le giuste voci per ogni singolo carattere, contribuendo a creare una personalità attraverso ogni singola voce. Tra l’altro lui doppia Vox ed è semplicemente giusto così, visto che la sua voce rientra perfettamente nell’immaginario televisivo nostrano.
Rossa Caputo è Charlie, lei che ancora una volta si mette in gioco con queste principesse un po’ dannate che escono fuori dagli schemi. Lei contribuisce perfettamente a restituire tutto l’entusiasmo che questo personaggio ha, tanto quanto la sua furia o la su fragilità.
Vaggie è doppiata da Giulia Franceschetti che, nonostante pensi che il suo personaggio non sia divertente, in realtà contribuisce a donarle carattere e forza. Lei è il doppio peso senza la quale la comicità degli altri stroppierebbe.
Angel Dust ha la voce di Riccardo Suarez. Penso che lui la droga l’abbia proprio nel suo cantato. Non mi spiego altrimenti la necessità di dover ascoltare, almeno una volta la giorno, la canzone “Veleno”. Riccardo riesce a connotare la grande profondità di questo personaggio toccando corde delicatissime, tanto quanto dolorose. Non posso immaginare come si sia sentito dopo aver inciso la scena nel camerino, ma io sarei voluta essere li per abbracciarlo una volta terminata.
Alastor ha la voce del grande Nanni Baldini che nella canzone finale riesce ad essere perfetto per poter girare V per Vendetta. Stupenda l’interpretazione che da a questo personaggio. Per chi, come me, è molto legata ai suoi doppiaggi in altri film, è riuscito totalmente a “scomparire” dentro questo personaggio.
Husk ha la voce di Neri Marcorè e, sinceramente, sono rimasta totalmente affascinata nel sentirlo cantare “Loser, Baby”. Non credo che ci siano parole per descriverlo, perché a chiunque ho fatto vedere questa serie dicendo che fosse lui è rimasto totalmente scioccato.
Lucifero è interpretato da Fabrizio Vidale e basta già dire il suo nome per poterlo associare mentalmente a tutti i personaggi che ha interpretato. La sua voce riesce a conferire a Lucifero un’ilarità senza pari e nello scontro “paterno” da quella giocosità necessaria per fornire all’udito le espressioni facciali del personaggio.
Adamo è interpretato da Gabriele Patriarca, un altro di quei doppiatori per cui ho una sorta di dipendenza. Amo la sua voce e credo che riesca a rendere Adamo il ca**one che effettivamente è.
Mi fermo qui solo perché non finire più di parlare di tutto il resto del cast. Basti pensare che ci sono nomi come Valentina Favazza, Ilaria Latini (che è tipo la mia infanzia) e Domitilla D’amico. Un cast di grandi interpreti vocali a cui si potrà solo aggiungere tantissima altra meraviglia. Sono, infatti, felice di vedere come anche all’estero la nostra versione abbia avuto un’accoglienza così alta. È fondamentale tenere sempre a mente che screditare un lavoro che è invece pura arte, capace di aggiungere perfezione, è un errore da evitare.
E considerata la natura di questo articolo, se mai dovessero leggero, io chiedo a queste meravigliose voci di fare un’intervista o semplicemente di andarci a prendere un caffè (non sono matta, solo ossessionata).