Dopo il sorprendente successo di “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, Roberto Proia continua a esplorare un percorso cinematografico decisamente personale. Per lui, il cinema non è solo un’impresa commerciale, ma un atto artistico e creativo. “Fatti vedere”, film scritto e prodotto dallo stesso Proia e diretto da Tiziano Russo, sposta il focus dai giovani e adolescenti agli adulti di trent’anni. Vengono, così, colte sfumature della loro realtà.
La protagonista del film è una giovane psicoterapeuta, interpretata da Matilde Gioli, che si sta preparando a entrare nel mondo della terapia online. La sua vita sentimentale, però, subisce una brusca interruzione quando il suo fidanzato di lunga data la lascia senza alcuna spiegazione. Il colpo di scena arriva grazie a un errore nel sistema informatico, che permette al suo ex di diventare uno dei suoi pazienti. Ma per poter proseguire con le sedute e capire il vero motivo dell’abbandono, la protagonista dovrà assumere una nuova identità, anche fisicamente. La trama prende ispirazione dal celebre Mrs. Doubtfire, facendo leva sugli stessi meccanismi della commedia romantica. L’intenzione, però, è quella di portare la storia sul grande schermo, distaccandola dal dominio delle piattaforme streaming.
Fatti vedere si presenta come un film di media portata, uno di quei progetti di cui il nostro cinema aveva davvero bisogno. Con un’idea originale e pensata per un pubblico specifico, il film è ben realizzato, con musiche azzeccate e tempi comici che funzionano, sostenuti da un cast di attori freschi e convincenti. Matilde Gioli offre una performance brillante, mentre Pierpaolo Spollon e Francesco Centorame arricchiscono il film con le loro interpretazioni. Anche Asia Argento, in un ruolo di supporto, dimostra una nuova energia, portando una ventata di freschezza al suo personaggio. È un film che “fa il suo dovere”, senza pretese eccessive, ma capace di mantenere alta la curiosità dello spettatore.
Tuttavia, la scrittura del film, purtroppo, pecca di una certa semplicità. La sceneggiatura manca di profondità, e spesso ricorre a soluzioni troppo scontate, come battute sulla cultura cinematografica straniera o l’uso di deus ex machina troppo evidenti. Nonostante ciò, Fatti vedere sa dove vuole andare e, grazie a una direzione chiara e un ritmo piacevole, riesce ad arrivarci senza difficoltà. Che questo tipo di film sia davvero ciò di cui ha bisogno il nostro cinema, però, è ancora una domanda aperta.