Francesca Michielin calca il palco dell’Ariston di Sanremo per la terza volta con “Fango in paradiso”.
Fin dallo speciale “Sarà Sanremo“, questo ha attirato la mia attenzione. Tra la dicotomia del titolo, che accosta due concetti dal significato decisamente distante, ed il candido commento di Francesca “Eh, Carlo… c’è del disagio”, avevo alte aspettative per questa esibizione. Aspettative che sono state ampiamente soddisfatte.
Un testo molto evocativo, che porta chi ascolta a immedesimarsi nella sofferenza di un amore finito. Tutti abbiamo dovuto affrontare la fine di una storia, tutti conosciamo le sensazioni di cui la giovane racconta nelle sue strofe. Tutti possiamo ritrovarci il nostro vissuto, per quando doloroso sia stato.
”Dopo centomila lacrime
Le grondaie cadono”
Fin dall’inizio della prima strofa, siamo catapultati nella mente di Francesca che metabolizza la situazione. Per quanto si possa esser forti e si possano stringere i denti, il peso delle lacrime e della sofferenza si fa sentire. E la grondaia purtroppo alla fine cade, gettandoti addosso tutta la tristezza e il dolore accumulati nel tempo.
“Non so se vorrei rifarlo da capo
Quasi speravo tu mi avessi tradito”
La fase successiva è quella in cui si manifestano tutti i dubbi sul futuro. In cui si pensa “ma dopo tutta questa sofferenza, chi me lo fa fare di trovarmi un altro e rischiare di star di nuovo male?“. Di nuovo, un pensiero comunissimo che credo sia passato per tutte le nostre teste – per la mia sicuro.
In un momento di sofferenza, di down come quello subito successivo alla fine di una storia, capita di andare alla ricerca delle “colpe” del proprio ex. Sarebbe più facile andare avanti con la propria vita avendo una motivazione per odiare l’altra persona: da qui, il “quasi speravo tu mi avessi tradito”. Se tu mi avessi tradito, avrei avuto un motivo per odiarti, il che mi avrebbe portato ad un distacco più “netto”.
“Non mi aspetto niente di sensato
Da chi l’edera la compra già finta
E poi in estate la tiene su un balcone in un vaso”
Il comprare l’edere già finta ed esporla lo stesso sul balcone, al sole, sottolinea quanto questa persona abbia molto più a cuore l’apparenza rispetto alla sostanza. Non ha alcun senso logico esporre al sole una pianta finta, se non per mantenere una facciata di bellezza senza alcuno sforzo.
E se una persona dimostra superficialità anche nelle piccole cose, ci si può aspettare serietà e impegno per quelle più importanti?
“E quanto amore sprecherò
Quanti vetri rotti
Che sono plastica
Per i tuoi stupidi occhi”
Nel ritornello è evidente la frustrazione, il sentire di aver buttato al vento il proprio amore, di averlo donato ad una persona non meritevole. Ad un qualcuno che non è stato in grado di cogliere i segnali di una imminente rottura – che ha appunto scambiato dei vetri rotti per plastica.
”Mi dispiace però
A volte capita
Di volersi sempre
O mai più”
Sono tante le storie in cui all’inizio sembra tutto perfetto sulla carta, in cui ci si vuole sempre. Poi all’improvviso si rompe qualcosa, finisce tutto e non ci si vede mai più.
”Chissà con chi farai un figlio
Se poi cambierai indirizzo
Se c’è fango in Paradiso”
Rimangono tanti interrogativi in questi casi, tanti “e se..?”. Tutti i progetti fatti insieme sono ormai andati in fumo, ma il pensiero “chissà cosa succederà nel suo futuro, chissà se coronerà quel sogno che aveva” rimane.
Involontariamente, aver vissuto un’esperienza difficile ti lascia delle ferite invisibili, condiziona il tuo modo di vedere l’amore. In questo caso, ti fa rendere conto che dietro una storia che all’apparenza sembra perfetta (il “Paradiso”) possono nascondersi tanti problemi, tante difficoltà, tanto dolore (il “fango”),
“Fango in paradiso” è una canzone da ascoltare con il cuore aperto alle emozioni, e l’interpretazione così forte e sentita di Francesca non può far altro che colpire nel profondo delle nostre anime.