Cosa può nascere dall’unione di John Krasinski e Ryan Reynolds? Beh, un fantastico film che riesce a parlare ad un pubblico eterogeneo. In questi giorni, è arrivato nelle sale italiane: “IF – Gli amici imaginari”; una pellicola scritta e diretta da Krasinski e interpretata da Reynolds. L’unione dei due ha creato un prodotto lasagna che può essere interpretato a seconda dell’età con cui ci si approccia ad esso.
La protagonista è Bea (Cailey Fleming), una ragazzina di 12 anni che vive la delicata fase in cui ci si sente troppo grandi per i giochi d’infanzia, ma ancora troppo piccoli per rinunciare all’immaginazione. Bea, nel corso della sua vita, ha affrontato la perdita della madre. Adesso, sta rivivendo delle sensazioni analoghe perché il padre (John Krasinski) deve subire un operazione. Come si può, quindi, affrontare la vita con leggerezza e fantasia se entra in gioco il dolore e la perdita?
![IF – Gli amici immaginari](https://i0.wp.com/www.lapiziaviewsmagazine.it/wp-content/uploads/2024/12/copertine-articoli-24.png?resize=640%2C336&ssl=1)
Quasi in maniera provvidenziale, in soccorso a queste emozioni, entrano nella sua vita dei personaggi alquanto bizzarri: Blossom e Blue, due amici immaginari che vorrebbero essere riassegnati a dei nuovi bambini per non perdere la loro principale funzione. Del resto, con la crescita ci si dimentica di ciò che si era creato con la propria immaginazione. Si perde il contatto con gli amici che ci hanno accompagnato nelle prime difficoltà. Che fine fanno, dunque, i protagonisti delle nostre avventure? Beh… soffrono di solitudine.
“IF – Gli amici immaginari”, con assoluta leggerezza, riesce a toccare corde profondissime spingendo una riflessione necessaria negli adulti: mai smettere di sognare. La vita, infatti, ci mette costantemente a confronto con l’abbandono, la perdita e il dolore che questi provocano. Sensazioni che ci spingono ad abbandonare la parte più fanciullesca e ilare, spingendoci verso un mondo che va sempre più veloce. Si abbandona l’allegria e la spensieratezza, archiviandole come “cose da piccoli”, lasciandoci al grigiore e alla serietà dell’età adulta. Come se crescere voglia dire solo affrontare dolorosamente le proprie responsabilità. E si, siamo tutti d’accordo che non si possa fare i buffoni di corte per tutta la vita, ma quando è stato deciso che la tristezza sia l’unica chiave di lettura per le necessità?
![](https://i0.wp.com/www.lapiziaviewsmagazine.it/wp-content/uploads/2024/12/if-movie-exclusive-121223-4-83a16eef0d4145a7a6ccaf60b5b3a964.jpg?resize=640%2C311&ssl=1)
La leggerezza può aiutarci a vivere le difficoltà come delle grandi avventure. In questo modo, sostenuto anche da un ottimo ritmo narrativo, la pellicola riesce ad arrivare al cuore del suo pubblico. Si sogna, si ride e si piange, in un perfetto parco giochi di emozioni visivamente ben orchestrato. IF, infatti, funziona anche grazie alla sua attenzione grafica, ai suoi personaggi e ai suoi effetti visivi. La musica, inoltre, composta dal meraviglioso Michael Giacchino, contribuisce a creare questa atmosfera immaginifica.
Il doppiaggio italiano è a cura di Marco Guadagno che, sapientemente, ha saputo gestire anche i due talent i cui nomi campeggiano in copertina. Ciro Piriello ha prestato la sua voce a Blue, in originale è Steve Carell; mentre Blossom è doppiata da Pilar Fogliatti e in originale è Phoebe Waller-Bridge. Le due voci riescono a collaborare molto bene con i due caratteri che interpretano. Al loro fianco, ovviamente, troviamo l’ormai fedele voce di Francesco Venditti su Reynolds; mentre Gianfranco Miranda presta la sua voce da Krasinski. Tra i tanti amici immaginari, invece, vi divertirete a riconoscere: Domitilla D’Amico, Christian Iansante, Alessia Amendola, Edoardo Stoppacciaro, Fabrizio Vidale, Pasquale Anselmo e tantissime altre grandissime voci del nostro doppiaggio.
L’invito è, quindi, di andare in sala indipendentemente dall’età.