C’era una volta Cesare (Andy Serkis), il Mosè delle scimmie. Come il patriarca biblico, ha liberato i suoi simili dalla schiavitù, li ha condotti in un luogo sicuro prima di morire serenamente, e in più ha lasciato alle nuove generazioni un messaggio pacifista, con la speranza che in futuro esseri umani e primati non debbano più combattere tra di loro.
Messaggio che è stato da molti dimenticato, mentre da altri travisato: così molte generazioni dopo la sua scomparsa una scimmia di nome Proximus (Kevin Durand) ha cominciato a spargere il terrore sulla Terra, catturando tante scimmie pacifiche affinché possano aiutarlo per il suo piano evolutivo. Tra i clan assoggettati c’è anche quello di Noa (Owen Teague), il protagonista positivo di questa storia, che anche grazie ai veri insegnamenti di Cesare non ha alcuna intenzione di accettare questa nuova vita in gabbia. Riuscirà a porre fine a questo malvagio regno del pianeta delle scimmie?
![IL REGNO DEL PIANETA DELLE SCIMMIE](https://i0.wp.com/www.lapiziaviewsmagazine.it/wp-content/uploads/2024/11/copertine-articoli-17.png?resize=640%2C336&ssl=1)
Nuovo proprietario (Disney), nuovo regista (Wes Ball) e nuova trilogia per Il pianeta delle scimmie, ma il percorso è rimasto coerente a ciò che abbiamo visto dal 2011 in poi, ossia una nuova versione della saga cinematografica originale piuttosto che un nuovo adattamento del romanzo di Pierre Boulle, per il semplice fatto che quest’ultimo non ha mai utilizzato un personaggio di nome Cesare, presente non solo nella prima trilogia moderna ma anche in tre dei cinque lungometraggi del secolo scorso.
Rick Jaffa e Amanda Silver (produttori oltre che sceneggiatori di ben tre pellicole della saga) ci hanno dunque mostrato la nascita del pianeta delle scimmie sempre per mano di Cesare ma in maniera diversa perché, almeno per il momento, non abbiamo visto viaggi spazio-temporali e guerre nucleari.
Magari parte di questo verrà mostrato nei due capitoli successivi, del resto siamo ancora abbondantemente in anticipo: George Taylor ha trovato i resti della statua della libertà nel 3985, mentre il regno del pianeta delle scimmie è stato ambientato intorno all’anno 2323.
Tutto questo per dire che le scimmie di questo nuova saga non sono ancora diventate veramente antropomorfe come quelle viste nel 1968 ma è probabile che lo diventino in futuro, e abbiamo già più di un indizio grazie ai nuovi personaggi.
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Proximus con un discorso che ricorda tanto la canzone di Re Luigi nel libro della giungla Disneyano si augura una maggiore evoluzione per le scimmie e una degenerazione per gli umani per non vedere di nuovo la sua specie chiusa in gabbia.
L’orango Raka (Peter Macon) ricorda molto le parole e le buone intenzioni del Legislatore visto in Anno 2670 – Ultimo atto, e le azioni della “nuova Nova”, Mae (Freya Allan) fanno presagire un futuro più rocambolesco e quindi più originale, anche perché oltre a loro questo nuovo capitolo della saga offre ben poco allo spettatore.
Certo, la CGI è ancora una volta un qualcosa di sublime, e ci sono diverse scene emozionanti ed empatiche grazie ai combattimenti e ai legami affettivi tra i personaggi, ma ci sono anche un po’ di momenti morti e almeno un paio di piccoli buchi di trama.
Insomma, Il regno del pianeta delle scimmie sembra un film di transizione come lo è stato Apes Revolution, ma al tempo stesso merita di essere assolutamente visto sul grande schermo, e nella buona versione italiana che ha visto Carlo Cosolo dirigere voci del calibro di Nicolò Bertonelli (Noa), Margherita De Risi (Nova/Mae), Carlo Scipioni (Proximus), Andrea Lavagnino (Raka), Luca Dal Fabbro (Trevathan), Francesco De Francesco (Sylva), Federico Campaiola (Anaya), Giulia Franceschetti (Soona), Paolo Marchese (Koro), Diego Gallo (Fulmine) e Barbara Castracane (Dar).
Prodotto e distribuito oltre che da Disney anche da 20th Century Studios, Il regno del pianeta delle scimmie è al cinema in Italia da mercoledì 8 maggio 2024.