Incoscienti giovanni è il brano che segna il ritorno di Achille Lauro sul palco dell’Ariston. L’artista romano ormai giunto alla sua terza partecipazione al Festival della Canzone Italiana, porta una ballad dal retrogusto personale. Un brano che scava nei ricordi della sua adolescenza.
Tipico accento romano, unito a romanticismo e una buona dose di irrequietezza. Il nuovo brano portato a Sanremo da Achille Lauro sembra un inno a quella gioventù, così bella ma anche tormentata.
Il brano inizia con un’esclamazione (oooh bambina) dolce e sentita, in grado di richiamare alla mente un’immagine ben precisa e di fare capire quale sarà la tonalità del pezzo.
“Amore mio, veramente
Se non mi ami, muoio giovane
Ti chiamerò da un Autogrill
Tra cento vite o giù di lì”
Il legame, indissolubile, tra amore ed esistenza viene esplicitato in modo volutamente esasperato, conferendo un valore assoluto al sentimento dell’amore. È anche, tra l’altro, il desiderio di chi non si vuole arrendere alla fine dell’amore e lo rincorre con l’incoscienza e la testardaggine, vero traino di questo testo.
“Se non ti amo, fallo tu per me
Ti cercherò in un vecchio film
Pеr sempre noi incoscienti giovani
Incosciеnti giovani”
La consapevolezza che l’amore passa ma il ricordo resta. È questo che rimane dopo una storia importante.
Lauro non è nuovo a questo genere di brani. Già, infatti, con canzoni e testi del calibro di “C’est la vie” e “16 marzo” aveva trattato in modo dolce e sincero un sentimento tanto difficile di cui parlare quale è l’amore. È con “Incoscienti giovani”, però, che vuole fare qualcosa in più, spingersi ancora più in là. Lo fa mischiando il dolce e l’amaro di una relazione, uno splendido volo di un aeroplano che cambia spesso direzione.
La struttura musicale è un aggiunta ad un testo in grado di evocare nostalgia in chi lo ascolta e un senso di profonda empatia.
L’alternanza nel tono di voce fa comprendere, invece, fa comprendere bene gli stati d’animo di chi prova queste forte emozioni.
“Incoscienti giovani” è coerente con la parabola dell’artista, coerente con sé stesso e con ciò che vuole raccontare, sempre a modo suo, distinguendosi e facendolo in modo davvero originale.