Itaca - il ritorno

A volte ritornano… Anche Odisseo (Ralph Fiennes) alla sua amata Itaca, isola greca di cui è il re. Ci ha messo solo vent’anni. Nelle sale italiane, il 30 gennaio, arriva “Itaca – Il ritorno”. Il nuovo film di Uberto Pasolini, incontra finalmente il grande pubblico grazie a 01 Distribution.

Dieci anni di guerra per la conquista di Troia e un’altra decade di traversie tra onde e terre sconosciute hanno contribuito a questa lunga assenza. Un grande dolore per la sua amata moglie Penelope (Juliette Binoche) e suo figlio Telemaco (Charlie Plummer) che è praticamente cresciuto senza padre, ma anche per tutto il suo reame.

I Proci, nobili locali, dando per scontato che Odisseo sia morto da tempo hanno cominciato a bramare il potere, chiedendo con veemenza a Penelope di scegliere uno di loro come nuovo marito. La regina continua a prendere tempo con un abile stratagemma. Odisseo invece non ha intenzione di rivelarsi. Almeno non subito. Sotto mentite spoglie vive presso Eumeo (Claudio Santamaria). Non solo rischia l’uccisione dai Proci, ma è presente la difficoltà nel farsi rivedere dalla sua famiglia. Lo perdoneranno oppure no?
Quando si scopre l’inganno della tela, e la vita di suo figlio Telemaco è sempre più a rischio per ordine di Antino (Marwan Kenzari), il piano per la liberazione di Itaca comincia a prendere forma.

Itaca - il ritorno

Realizzare un film sull’Odissea è sempre un’impresa… titanica!

Non è necessaria solo una regia e un cast di attori fuori dal comune, ma anche tanto minutaggio. Il motivo è semplice: l’Odissea è una storia episodica. Un poema suddiviso in canti che in tanti hanno provato a metter in scena. L’“Ulisse” del 1954 di Mario Camerini e con Kirk Douglas, ad esempio, non è riuscito a regalarci l’integrità dell’opera, anche per via della sua breve durata (101’).

Discorso diverso con “L’Odissea” del 1968 con protagonista Bekim Fehmiu. Prima produzione a colori da parte della Rai. Uno sceneggiato televisivo lungo otto puntate e semplicemente perfetto sotto ogni punto di vista. Gli unici assenti di valore sono stati i Lestrigoni, Scilla e Cariddi. Gli ultimi due sono invece apparsi in un’altra miniserie televisiva, quella del 1997 di Andrej Končalovskij (e prodotta da Francis Ford Coppola). Unica nota di merito di questa lavorazione perché, anche qui, le differenze e i tagli rispetto all’opera originale sono stati molteplici e pesanti.

Itaca nel 2024

Arriviamo ora al 2024, anno in cui “Itaca – Il ritorno” è stato presentato per la prima volta al Toronto International Film Festival e subito dopo alla diciannovesima Festa del Cinema di Roma.

Uberto Pasolini risolve tutti i problemi sopra accennati decidendo di raccontare solo gli ultimi canti del poema originale. In maniera piuttosto innovativa, decide di non accennare alla mitologia.
Dei e creature mostruose che hanno condizionato la vita di Odisseo ed altri uomini sembrano proprio non esistere in questa terra ambientata comunque (almeno per quel che riguarda le scenografie, i costumi e gli oggetti di scena) nell’antica Grecia.
Calipso è l’unico personaggio che Ulisse ha conosciuto durante i suoi dieci anni in mare ad essere (indirettamente) citato, mentre la guerra di Troia viene riassunta brevemente da qualche racconto orale.

Tutto questo perché Uberto Pasolini ha voluto raccontare più la questione umana che quella epica all’interno dell’Odissea. Il dramma della guerra che coinvolge non solo i combattenti ma anche le famiglie che rimangono a casa.
Sole e senza amore quest’ultime, mentre i primi fanno fatica non sono a reinserirsi in società ma anche all’interno del focolare domestico.
Un’indagine antropologica basata su una accurata ricerca del regista (attraverso le interviste relative alla guerra del Vietnam) che comunque si prende davvero poche licenze poetiche riguardo agli avvenimenti del poema Omerico.

Chi ha studiato l’Odissea a scuola e ha amato lo sceneggiato televisivo del 1968 proverà più di un brivido lungo la schiena, con una bella dose di commozione in occasione della breve ma davvero intensa scena dell’incontro tra Ulisse e Argo.

Un’Odissea interiore quella di “Itaca – Il ritorno”. Rappresentata alla perfezione da Ralph Fiennes (che tra l’altro aveva lavorato alla prima produzione in assoluto di Uberto Pasolini, A Dangerous Man: Lawrence After Arabia) e lo stesso si può dire di Juliette Binoche, degna erede della più grande Penelope della storia del mercato audiovisivo, ossia Irene Papas.

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