Il Sonyverse continua a mantenere salda la sua decisione sullo sfornare pellicole sull’universo di Spiderman con quei diritti che ancora detiene. L’onda che, però, sta calvando manifesta una grande pigrizia sotto tutti i punti di vista (specie quello della scrittura). Arrivando, in questo modo, in sala con pellicole dal dubbio gusto e dall’incerto proseguo.
Madame Web, oggi 14 febbraio, vorrebbe poter rapire i cuori di chi è single; ma al di là della campagna di marketing ne resta ben poco. Le quattro protagoniste, tutte bellissime donne, dovrebbero raccontare l’origine di uno dei personaggi più interessanti dello “Spider-verso”, ma i risultati non sono certo dei migliori. Si punta tutto sul cast, sulla bellezza, e su un trailer che è da Oscar rispetto a ciò che lo spettatore avrà modo di vedere.
Il fan Marvel, in questo modo, verrà attirato nell’ennesima ragnatela cercando una via di fuga.
Cassandra Webb (Dakota Johnson) è un paramedico che sfreccia con la sua ambulanza tra le vie di Manhattan. Successivamente a un incidente, praticamente mortale, il suo cuore si arresta e le visioni che ne conseguono la spingono a indagare sul suo passato e a riconciliarsi con esso. Nel mentre, però, un cattivissimo uomo ragno minaccia tre ragazze il cui destino sembra insolubilmente legato a quello di Cassandra. Ve lo garantiamo, non è neanche troppo necessario fare degli spoiler, questa è tutta la storia che vedrete in questa “origin story”.
Dimenticatevi, dunque, la vecchietta cieca che sulla sua sedia a rotelle osserva lo svolgersi degli eventi. Pensate a quanto più una storia intenta a stravolgere tutto ciò che conoscevamo dai fumetti. Del resto, teniamo ben a mente che i film traggono spunto, ma poi prendono tutt’altra strada nel loro svolgimento. Quasi come se agli sceneggiatori dessero una traccia e loro scrivessero un tema totalmente che a malapena riesce a toccare i punti salienti richiesti dalla professoressa.
Se ci eravamo indignati con “Morbius” o con “Venom”, qui rimetterete in dubbio il vostro gusto. Partendo dai dialoghi e dalle forzature di trama, infatti, non c’è una sola cosa che riesce ad andare nel verso giusto. In aggiunta, ancora una volta, la CGI gioca la sua carta per poter appesantire il tutto. È come se, nonostante l’ambientazione sia il 2003, questa storia sia stata realizzata negli anni ’90 con tutta la bruttezza che ne consegue. Le conversazioni tra i personaggi sono imbarazzanti, le battute non riescono neanche a toccare la soglia dell’ilarità provando a creare una storia che forse si prende troppo sul serio.
La Sony ha palesemente provato a darsi un tono, proponendo quattro protagoniste femminili, senza però esser in grado di renderle impattanti. Persino il loro nemico è amorfo e anonimo, qualcosa di trito e ritrito che prosegue sulla sua strada mosso da uno scopo non meglio definito. Sappiamo solo che è egoista e come tale prosegue in una sorta di autoconservazione, ma perché sia così tanto legato ai propri obiettivi continua a restare un mistero.
Cassandra è letteralmente la cosa più amorfa che esista. Le sue spalle non ha una reale caratterizzazione e quel poco mostrato ti spinge quasi a sperare che finiscano nelle grinfie del cattivo. Personaggi insopportabili la cui unica forza è questa sorta di reazione all’autocommiserazione. Tre disagiate che vengono accompagnate da quella anagraficamente più grande.
Ci si poteva aspettare che facesse schifo? Si, ovvio… sappiamo perfettamente che piega sta prendendo questo arco narrativo, ma allo stesso tempo non ci si aspettava QUESTO schifo. Una pellicola bocciata sotto ogni singolo punto di vista, salviamo solo la scelta musicale (ma anche in questo caso ci sarebbe una parentesi temporale da dover aprire).