Marketing e musica, il dissing tra Tony Effe e Fedez è stata davvero un’allucinazione collettiva?

il dissing tra Tony Effe e Fedez

Ormai lo sappiamo, non è certo una notizia di primo pelo quella del dissing tra Tony Effe, Fedez e Niky Savage. Una lite che poi si è – effettivamente – trasformata in un valzer a due tra i due “big” di questo beffardo scherzo.

Un dissing spinto, che di scherzoso aveva ben poco, che non ha risparmiato nessuno. Dopotutto sono stati tirati in ballo proprio tutti, senza alcun tipo di senso del giudizio, né tantomeno di preoccupazione. La privacy è sparita e tutti ci siamo ritrovati a conoscere i segreti di chi – negli anni – ha conquistato le copertine con facce d’angelo e sorrisoni.

Nel contorto gioco delle parti, infatti, oltre ai brand – che hanno giocato un ruolo fondamentale – ritroviamo anche amici di vecchia data che si sono accoltellati a vicenda, amori resi quasi eterni venduti alla mercé della barra più succosa, ma soprattutto sono stati tirato in ballo i figli e, scusatemi se lo dico, è stato uno spettacolo ignobile quasi al limite del trash.

Chi conosce il mondo rap e trap sa bene che esistono delle regole per il dissing. Una sorta di “buon costume” che non deve essere superato. Beh, evidentemente, a questa lezione di stile il buon Tony era in coda per idratare i suoi – meravigliosi – ricci.

Proprio con l’ultimo pezzo di Tony, “Chiara”, il dissing smette di essere tale. Si è innescato un crudele gioco in cui effettivamente gli unici a rimetterci sono Leone e Vittoria, utilizzati esclusivamente come carne da macello. Fedez poi ha fatto il resto, rilasciando una dedica dolce amara per una donna che ha amato, ma che poi è sfiorita sotto i colpi della continua necessità di apparire. Un pasto pubblico fatto con l’immagine della Madonna Addolorata.

Tra questi dissing e nuovi singoli usciti sotto major emergono chiaramente alcune cose che ci tengo a esplicare. Soprattutto prima di andare a sentire, ancora una volta “Allucinazione Collettiva”.

Partiamo dall’inizio, ovvero dall’incapacità di un uomo di dissare senza insultare le donne degli altri. L’ennesimo sporco esempio di maschilismo tossico e irrequieto che attanaglia la trap che questi baldi giovani – chi più chi meno – rappresenta. Esistono tanti modi per far sentire la propria voce e – talvolta – la propria bravura, beh ecco, in questo caso questo non è decisamente emerso.

Il secondo punto è quello che inevitabilmente mi diverte di più. Perché si… può anche stare antipatico e sembrare ripulito grazie alla sua permanenza negli eletti di Donatella Versace, ma Fedez è ancora estremamente forte.

Nonostante siano passati anni, continua senza troppa fatica, a spaccare di brutto il culo con la sua penna. In modo quasi animale, mangia in testa a tutti questi ipocriti della nuova generazione. Giovani che, senza gavetta e con i soldoni del papi, si sentono arrivati. Ah si, comunque, a me Tony Effe piace assai, ma ergersi a paladino di giustizia forse è un pò too much.

L’altro elemento da non sottovalutare è il fattore Chiara Ferragni: una donna vittima di sé stessa, ferita dagli altri e abbandonata – almeno così vuole far credere – che si ritrova tirata in ballo nuovamente. Situata all’interno di una faida ingestibile che, per un po’, distrae la massa dai reali problemi di un’Italia che lentamente cade nel baratro. Però attenzione, non possiamo certo dimenticare chi, in tutto questo sporco gioco, ci ha guadagnato: i brand, rispettivamente Red Bull e Boem. Tra crescita di followers e marchi alla ricerca di un nuovo mercato, quel che resta è l’ennesima prova di quanto il pubblico sia pronto a cibarsi degli “affari altrui”. Siamo bravissimi a godere della vista dei disastri degli altri, commentiamo e alimentiamo noi stessi l’hype per poterci sentire migliori (non prendiamoci in giro).

Tutto ciò è l’ennesima prova che la nostra attenzione è puntata su dei riflettori sbagliati. Abbiamo sostituito le divinità con idoli, tori d’oro pronti a brillare solo per poter creare il nuovo oppio della nostra società.

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