Dal 24 maggio, nelle radio e nei digital stores, è disponibile “Lexie”: il nuovo singolo di Nicola Trois. Un brano caratterizzato da sonorità rock che esplora l’incapacità di dormire quando la mente è affollata dai ricordi. Un amore finito che lascia i suoi indelebili strascichi sulla pelle e sulla psiche.
Il singolo fa parte di un progetto ben più ampio che vedrà il suo apice a settembre. Un percorso segnato, però, da diverse tappe estive che condurranno il cantante un po’ in giro per il nostro territorio.
Nicola nasce a Venezia il 6 maggio del 1999 in una famiglia dove l’arte e la musica sono sempre stati presenti; ciò lo si sente nelle sue influenze e nel suo sound. Ha partecipato a diversi concorsi musicali e adesso è pronto a far conoscere al meglio la sua musica. Ne abbiamo direttamente parlato con lui, esplorando il suo percorso e analizzando insieme il suo EP.

Cominciamo subito parlando del tuo ultimo brano “Lexie”, un EP che parla di un amore che trascende la realtà. Che tipo di ispirazione c’è dietro la scrittura di questo testo?
«Allora il testo nasce da questa sensazione di un’emozione che, nonostante sia fisicamente passata, persiste e continua a registrarsi nella tua testa. Una storia che fisicamente è finita, ma che nel mondo dei pensieri continua e quindi non ha fine. Un tormento non è per forza con accezione negativa. Diciamo che c’è anche un po’ di overthinking. Ascoltando la canzone, la prima cosa che mi è venuta da pensare al di là del tormento d’amore, sono proprio i pensieri che si affollano nella testa e non ti permettono di dormire».
C’è qualcosa che tu fai per combattere l’insonnia e i pensieri?
«Sì, ho un rapporto particolare con il sonno, con la notte, con il buio. Nei tempi e nell’atmosfera della musica che uscirà a settembre c’è questo gioco tra notte e giorno, che potrebbe essere anche parallelamente paragonato a due realtà che si fondono. La musica è quel limbo tra realtà e fantasia in cui mi piace vivere e diciamo che mi aiuta a far defluire questo rapporto conflittuale».
È vero che le storie d’amore intense durano il tempo di una canzone?
«Quest’idea è influenzata dal contesto in cui abito. Un’isola, in questo caso il Lido di Venezia, che è un posto molto dolente e stagionale. Molte storie d’amore che ho vissuto qui sull’Isola durano il tempo di una canzone perché sono transitorie. È giusto il tempo di appuntare qualcosa di nuovo e immortalare quell’esperienza».
Quali sono gli spoiler che ci puoi dare sia per la pubblicazione sia per i tour?
« Per quanto riguarda i live, insieme alla mia band abbiamo delle date in giro per Italia programmate per questa estate. Non molte, perché lavoriamo tutti, ma cercheremo di fare il possibile. Conciliamo la vita quotidiana con la musica, anche se non è facile. Il lavoro è stancante e ti limita, ma essendo stagionale, permette di dedicarmi alla musica durante l’inverno».
Hai una sorta di rituale di ispirazione per le tue canzoni? Qualcosa che fai inconsciamente ma che ti spinge a riflettere prima di scrivere?
«La cosa più difficile da fare quando si scrive una canzone è non pensare allo scopo finale. Quando ero alle prime esperienze, riuscivo a non pensare troppo. Ora cerco di non prendermi troppo sul serio e di evitare giochi di parole complicati».
Come descriveresti la tua musica a chi non l’ha ancora ascoltata?
«La descriverei come cruda e selvaggia in un certo senso».
Esiste un “comfort movie” che guardi o una canzone che ascolti per elaborare le tue sensazioni?
«Sì, principalmente ascolto la musica strumentale. Mi riporta al centro e mi calma. La trovo magica».
Noi vi invitiamo a seguire Nicola nel corso delle sue tappe estive e di restare in attesa dell’uscita del suo album. Le premesse sono sicuramente interessanti e il ritmo aiuterà gli inclini all’overthinking.
Potete seguire Nicola Trois su:
Instagram
Spotify