punk in park

Il Punk in Park è giunto al termine ed è difficile non essere ancora fermi lì. Una giornata passata sotto il sole di una Roma infuocata con i tempi scanditi dal ritmo della musica spinta a tutto volume. Un battito dato da incessanti cuori mossi dall’adrenalina che, ogni tanto, si fermavano mentre correvamo da una giostra all’altra celebrando la vita. Ma facciamo un passo indietro.

Il Punk in Park nasce proprio da questo: la voglia di celebrare la vita. La vita di chi purtroppo non è più qui con noi. Un’esistenza che continua vivere negli occhi delle persone che Daisy l’hanno conosciuta. In coloro che hanno lavorato incessantemente per mesi riuscendo a trasformare un’idea in un evento concreto. Forse il più bello e impegnativo della scena punk su Roma.

La musica, la stessa che faceva battere il cuore di Daisy, ha colorato il parco divertimenti di Cinecittà World. Una folla festante con tanto di creste colorate, abiti scuri, calze a rete, trucco pesante, sorrisi. Soprattutto un flusso infinito di amore tra le giostre. Io non conoscevo Daisy, ma la immagino ancora correre e fare skate tra la folla mentre sul palco suonano le sue band preferite, la vedo nei sorrisi delle sue amiche che – poco a poco – sono diventate mie amiche. Le stesse persone che, per mesi e mesi, ho visto insieme a Empathia, e4EMO, Euphorica e altre associazioni lavorare a capo chino per organizzare tutto nei minimi dettagli. Regalando, in questo modo, uno spettacolo entusiasmante ed emozionante nel ricordo di una donna da un sorriso magico. Sono certa che era in prima fila a vedersi lo spettacolo.

Ma ora facendo un passo indietro e riavvolgendo il nastro dei ricordi ci ritroviamo nuovamente a Cinecittà World. Il parco divertimenti ha aperto le proprie porte alla musica punk con una line up pazzesca. Un concerto che ha unito la “scena” e diversi generi come un vero e proprio festival. Da Millefiori alla Suicide Gvng, dagli Hometown Heros ad In6n. Nomi importanti che hanno fatto pogare, urlare, skatare e cantare a squarciagola un pubblico fiero, libero e pronto a non nascondersi più. Il punk esiste e in questo momento è più forte che mai.

La giornata di Cinecittà World è stato un vero incontro. Quello tra la musica e il divertimento, ma soprattutto quello tra anime diverse entrate in contatto nel modo più semplice possibile: tornando bambini. Esilarante vedere questi ragazzi, con l’aspetto da duri, pogare, lanciarsi l’uno contro l’altro in un “ballo alternativo” in cui sfogarsi e poi urlare a squarciagola lasciandosi cadere nel vuoto di una torre troppo alta o correre cercando di scappare dalla bambina di “The Ring” all’interno di una casa degli orrori.

In questi momenti felici e spensierati però, non è certo mancato il momento del ricordo affidato alla delicatezza di Dave degli DeafAutumn con “A Reason to Stay”: mentre le note di quella canzone coloravano dei colori dell’arcobaleno il tendone di Cinecittà tutti noi ci siamo stretti in un abbraccio, uno di quelli che si spontaneamente racchiude tutti – stretti stretti – immaginando quel sorrisone che è stato, effettivamente, “la ragione per restare” per tanti dei presenti.

Il primo Punk in Park Festival tra momenti di commozione, gioia e tante nuove scoperte si è concluso con il dj set emo più figo della Capitale anche se, a dir la verità, personalmente l’ho ascoltato seduta su una sedia con la testa poggiata sul braccio di un amico, emotivamente e fisicamente scarica per scatenarmi sotto palco. Quest’evento però mi ha ricordato una cosa in cui credo fermamente: il punk non è morto e quella necessità di ribellione, di speranza e di libertà è quello che ci salverà dall’oblio generale in cui lentamente (ma manco troppo) stiamo cadendo.

Dopotutto se anche una indie girl come me sta cominciando ad amare questo genere, chi siete voi per non ascoltarlo!

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