Quattro chiacchiere con Riovale e Alxndr – Dalla live ai dettagli sulla su musica

’intervista con Riovale e il produttore Alxndr

Sono passati un po’ di mesi da quano abbiamo avuto modo di farci quattro chiacchiere con Riovale e il suo produttore Alxndr. Dobbiamo fare un “mea culpa” per il ritardo con cui questa intervista sta vedendo la luce, ma i progetti sono tanti e sempre in corso d’opera. Quindi, vi lasciamo con l’approfondimento dedicato alla bravura di questo giovane cantautore.

Passate sul suo profilo di Spotify per poter ascoltare i suoi brani mentre leggete la nostra intervista.

Com’è nato il tuo progetto musicale?

«Alxndr, il mio produttore, ha visto un qualcosa in me che io non ero riuscito a vedere da solo. Prima di conoscerlo vagavo un pó alla cieca alla ricerca di un sound che grazie a lui sono riuscito a trovare.
Era il primo gennaio del 2020 e ci siamo beccati a casa mia per fare musica insieme (era la seconda volta che ci vedevamo, la prima è stata nel periodo di natale per una partita a poker) e da li fino ad oggi non abbiamo più smesso (intendo di fare musica, ma forse anche di giocare a poker)».

Se dovessi convincere chi non ti conosce ad ascoltare la tua musica, come la definiresti?

«Stupidamente direi: qui sul tavolo ci sono 20€. Ascolta Barceloneta, se non ti piace sono tuoi, altrimenti seguimi su Insta!
Scherzi a parte, non penso di aver mai scritto una frase “falsa” in una mia canzone.
Mi chiedo sempre, ascoltando qualcuno, se quello che sta dicendo è vero o no… bhè nel mio caso lo è».

Che tipo di esigenza – sentimentale o meno – c’è dietro la tua musica?

«Raramente riesco a esprimermi, a comunicare con esattezza qualcosa, a farmi capire nella vita in generale.
La vita ci riempie di filtri, di maschere che usiamo e di posti dove ci nascondiamo per sentirci meglio.
Attraverso la musica io riesco ad essere me e quello che vorrei essere contemporaneamente al 100%
Potrei anche definirla una valvola di sfogo:
Sono felice? Scrivo.
Sono triste? Scrivo.
Ne ho bisogno».

Cosa speri che arrivi all’ascoltatore quando sente un tuo brano?

«Leggerezza se parlo di cose belle, e un aiuto se parlo di cose brutte.
Quando sono felice voglio muovere la testa ascoltando musica, e ovviamente mi piacerebbe che qualcuno facesse lo stesso ascoltando me. Quando sono triste invece, ascoltare musica triste mi fa bene.
È come se ascoltare il dolore di qualcuno e condividerlo con lui mi facesse sentire meno pesante, come se riuscisse ad assorbire il mio “stare male”. Sarebbe bello far sta meglio qualcuno semplicemente ascoltando una mia traccia».

Che tipo di musica ascolti di solito? Magari sotto la doccia…

«In realtà ne sento tantissima: nuove uscite, vecchi gruppi/artisti che mi piacciono, musica italiana e inglese, artisti che per me sono di ispirazione. Non per ultimo mi ascolto da solo, sento così tante volte le mie tracce e i miei provini quasi da odiarle, ma lo faccio solo per migliorare, e forse anche un po’ perchè sono egocentrico!».

di Lapizia

Guardo troppi film e parlo troppo velocemente, ma ho anche dei difetti!

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