“Il ritmo delle cose” di Rkomi è una canzone che prende per mano l’ascoltatore e lo trascina in un vortice di emozioni contrastanti, proprio come il caos di cui parla il testo. Il brano mescola elettronica, pop e un’anima urban, creando un’atmosfera ipnotica e quasi alienante, come se rispecchiasse perfettamente il senso di smarrimento di cui il cantante parla.
“Dove sono i soldi adesso
Che sei rimasta sola?
Pornografia ma senza sesso
Effetto senza droga
Dov’è il tuo Dio?
Pensavo poveri poveri noi
Non sono problemi tuoi
Il caos non sciopera mai
Ovunque prende forma”
Il testo è un flusso di coscienza che gioca con immagini potenti e concetti profondi: la solitudine, l’incomunicabilità, la routine che logora le relazioni. Tra tutte, però, spicca la ricerca disperata di un senso nel disordine. Frasi come “Amore senza sentimento” o “Quante cose distruggiamo costruendo” dipingono un quadro fatto di contraddizioni. Passioni che si consumano nel tempo, di un mondo che sembra scorrere inesorabile senza lasciare spazio alla vera connessione. C’è una riflessione sulla modernità, sull’iperconnessione che in realtà ci allontana, su un senso di stanchezza esistenziale che si fa strada tra le parole.
Durante la sua performance, Rkomi ha dato prova di grande intensità emotiva, trasmettendo con forza il messaggio del brano. La sua esibizione è stata caratterizzata da un forte impatto visivo, con giochi di luci e immagini che hanno accompagnato la sua voce potente e inconfondibile. Nonostante la bellezza della canzone e la qualità della performance, alcuni critici hanno evidenziato che l’artista fosse un po’ “incastrato” in un’esibizione che forse non ha messo completamente in luce la sua versatilità.
”Sto in mutande mentre fisso
Stupidamente il vuoto
Ancora e poi di nuovo
Finché l’alba va via dalla via
Non mi è più chiaro se sia
Musica o burocrazia
Questo caos che forma
Il ritmo delle cose
Il ritmo che ci muove
Ci corre nella gola
Ci spezza le parole
È il ritmo delle cose”
Vi è dell’apatia. Un lento scorrere del tempo, un ritmo che fluisce e realmente non riusciamo a scandire o a decidere noi. “Fissiamo stupidamente il vuoto” senza soffermarci se vi sia qualcosa di più profondo. Un caos che si forma e da vita alla consequenzialità degli eventi.
Musicalmente, il brano segue la stessa logica. La base elettronica incalzante crea un contrasto con il cantato quasi malinconico, come se Rkomi stesse cercando di trovare ordine nel caos. Una ricerca che si muove attraverso la musica stessa. Il ritornello è martellante, ripetitivo, come un mantra che sottolinea il ciclo continuo della vita e delle emozioni che si consumano.
Il cuore pulsante della canzone è il suo messaggio: il caos è ovunque, dentro e fuori di noi, e non si può combattere o ignorare. Bisogna imparare a danzarci dentro, a trovare un proprio ritmo nel disordine. Con “Il ritmo delle cose”, Rkomi firma un pezzo che è insieme specchio della nostra epoca e invito alla riflessione. Confezionato una produzione che sa essere trascinante senza perdere profondità.