Ruggine

La nuova “fatica” di Ruggine, un EP che anticipa l’uscita del nuovo album dal titolo “Code”, in arrivo il 31 gennaio. Un progetto che esplora diverse sonorità, dal rap all’elettronica, in una commistione di generi ben riuscita. Il giovane artista romano esplora con tecnica e innovazione mondi diversi, sperimentando con la sua voce e creando un prodotto fresco per tutto il genere.

Abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con lui, facendoci raccontare la genesi di questo EP e le sue sensazioni a riguardo.

Ascoltando questo EP sembra di trovarsi dinnanzi ad un concept album, era questo l’intento iniziale quando l’hai creato nella tua testa? 

«I brani sono nati consequenzialmente e sono frutto di una sperimentazione sonora ben riuscita, che ha portato alla creazione dei suoni presenti nei due brani e inserirli in un unico ep sia stata una conseguenza naturale. Già dal primo ascolto una volta finiti, le sonorità si incontravano e si legavano tra loro anche se i due brani non sono collegati testualmente. C’è come una pasta che li lega, non potevo fare altrimenti».

In queste tracce ci sono sonorità dubstep/elettroniche che contrastano e rendono più energico il prodotto finale. Quali sono state le tue ispirazioni nella ricerca di questo sound? 

«Questa è sempre una domanda complicata, quando si fa musica si attinge un po’ a tutto il proprio bagaglio culturale. In questo caso spicca forse l’influenza di JPEGMAFIA, Skrillex e qualcosa anche di Ye. Anche se l’ispirazione principale di questi brani forse là si ritrova più nelle sonorizzazioni cinematografiche».

Cosa dobbiamo aspettarci dall’album in uscita? 

«Questo ep è un primo passo. All’inizio i brani non dovevano neanche essere cantati, ma poi, quasi in automatico è venuto fuori il primo testo che abbiamo deciso di tenere molto dentro la musica per renderla quasi elemento percussivo all’interno del brano e il giorno dopo è nato anche il secondo. Sicuramente proverò a rappresentare una novità nel panorama italiano, un mio obiettivo è essere unico sia nelle produzioni che nel cantato e spero di esserci riuscito e di riuscirci in futuro».

I tuoi testi sono schietti e diretti. Quanto è importante nei tuoi testi dire e trasmettere a chi ti ascolta le tue idee in questo modo? 

«Per ora le mie canzoni non stanno trattando temi specifici. Non ho nulla contro chi porta avanti cause personali attraverso la musica ma per ora non sento la necessità di utilizzare i testi per fini specifici. Sicuramente dentro le canzoni ci sono parti di me che spero arrivino al pubblico, ma c’è anche tanta ironia, alcune esagerazioni ma che sono funzionali a trasportare nell’ascolto e a far immedesimare chi ascolta».

Il flow ritmato e la voce sussurrata sono caratteristiche ben visibili nella tua musica. Cosa significano e perché le utilizzi?

«Se devo essere sincero, più che caratteristica della mia musica è più caratteristica di questi brani. Su questa uscita sono elementi chiave nei brani. 
Io considero la voce a tutti gli effetti uno strumento e la modulazione, ad esempio il sussurrato da voi citato è al pari del Palm muting sulla chitarra dal mio punto di vista. Sono tutte caratteristiche stilistiche e tecniche che servono a coinvolgere e a legarsi con la strumentale per trasportare l’ascoltatore e a comunicare. Dipende dai brani, in questo caso l’obiettivo era fondere la voce con la musica in un tutt’uno, quindi le varie modulazioni sono più stilistiche e funzionali a realizzare questo fine».

Se potessi scegliere un film, una serie tv o un videogioco a cui poter fare da colonna sonora con la tua musica, quale sarebbe?

«Videogioco sicuramente COD ma anche assassin creed, gta…c’è una lunga lista come anche per i film! Comunque non è un mondo estraneo per me. Insieme ad altri amici artisti abbiamo formato un collettivo con il quale creiamo sonorizzazioni. Ho avuto modo di collaborare già in produzioni indipendenti e non escludo anche questo mondo parallelamente al progetto RUGGINE. Essere producer oltre che cantante ti da la possibilità di vivere la musica a 360 gradi e di non limitare la tua esperienza, magari un domani firmerò una colonna sonora a nome Ruggine, chi può dirlo? Sicuramente sarebbe una bella esperienza!».

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