“Thè al mandarino” è arrivato il 6 dicembre sulle piattaforme di streaming musicali. Una ballad indie-pop, le cui parole scorrono tra le mani lasciando quel piacevole aroma che emana il mandarino. La sensazione, con l’ascolto, è quella di averne appena gustato uno con piacere. Interamente suonata dal vivo, la canzone usa la metafora delle scarpe macchiate per esprimere l’amarezza di una storia sospesa e dei ricordi perduti. La macchia innesca in Via Mercanti il desiderio di scoprire ciò che avrebbe potuto essere ma non sarà mai. Un rimuginare che si placa solo con una tazza di latte.
La vibrazione delle corde di una chitarra, una voce flebile, a tratti malinconica, ci accompagna nella prima parte di questo brano. Un inizio lento, che ti coccola in modo dolce e ti accompagna in un prosieguo, in crescendo, quasi ci sia la volontà di rappresentare i diversi momenti della vita.
“Mi son macchiato le scarpe di thè al mandarino
Ci crederai
Potevi offrirmi un amaro per digerire la verità”
Un’immagine evocativa, una macchia difficile da togliere, che in questo caso è la ferita ancora fresca di un amore finito.
Utilizzare, in effetti, il mandarino (frutto dal sapore dolce ma anche amaro) serve per descrivere una sensazione acre. Un gusto che si fa largo nella bocca, una specie di rimpianto per una storia che sarebbe potuta continuare.
“Non ci dormo la notte
Bevo tazze di latte
Provo a andare alle feste per calmare la sete che ho di te”
Nel brano si affronta il “lutto” che deriva dalla fine di una relazione. Si tratta di un’elaborazione che avviene alternando cibi e bevande, nel tentativo di colmare l’assenza di una persona importante.
“Non tollero più il sapore del thè al mandarino perché lo associo a te”
L’artista confessa, sul finale del brano, a cosa sia dovuta la famosa avversione per questo thè, cogliendo la sua inevitabile abilità nel rievocare sensazioni spesso negative.
Il brano ha in sé tutta la semplicità della cultura musicale “indie”, creando identificazione in chi lo ascolta e suggestioni visive riguardo situazioni che tutti, in qualche modo, hanno vissuto nella propria esistenza.
La “macchia” di cui si parla a inizio brano di sicuro non sparirà ma, col tempo, l’odore deciso del mandarino diminuirà ma, a prescindere, rimarrà per sempre lì, a ricordare ciò che è stato, per sempre.
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