“The Umbrella Academy”: analisi della stagione conclusiva

The Umbrella Academy

La stagione conclusiva di “The Umbrella Academy” è disponibile da qualche giorno sulla piattaforma di Netflix. Gli umori del pubblico sono stati largamente contrastanti e queste sei puntate si sono connotate di carattere ancor più divisivo. Già la precedente stagione aveva molto disilluso il pubblico, tanto che si stava per rischiare la non conclusione delle storyline dei suoi personaggi.

Noi siamo ancora indecisi su che tipo di valutazione dare a questa stagione, anche perché l’affezione per i personaggi ha giocato dei brutti scherzi. Di conseguenza, useremo queste righe per poter cercare una quadra successivamente al binge watching notturno con cui le abbiamo consumate.
Inutile dire che faremo degli spoiler, anche perché inizieremo questa analisi parlando delle diverse storyline dei nostri amati protagonisti, così da poter discernere ogni singolo dettaglio.

The Umbrella Academy

Avevamo lasciato i nostri eroi alle prese della sventata nuova apocalisse. Non importa quale sia la loro posizione nello spazio e nel tempo, sono loro a creare le diverse linee temporali e la fine del mondo. Anni passati senza poteri, cercando di starsene lontani gli uni dagli altri e da papà Hargreevese. Le lacune e la fretta hanno giocato diversi tiri mancini.
La mancanza di alcune puntante, di solito dieci ma in questo caso solo sei, ha fatto si che tutto fosse fin troppo raffazzonato. Okay i fratelli sono senza super poteri, ma gli basta solo un primo episodio per poterli riprendere con tutte le conseguenze del caso. Sembra come se non al pubblico non fosse dovuta un po’ della loro storia in quanto esseri umani. Muovendoci, quindi, parallelamente al loro senso di inutilità e inadeguatezza, noi non possiamo goderci la loro capacità di fallire in quanto esseri umani e non semplici eroi. L’Umbrella, del resto, è decaduta e decadente; non è più in grado di salvare nessuno e loro sono in grado solo di far vincere una sorta di bieco egoismo e individualismo in questa nuova linea temporale.

The Umbrella Academy

Recuperati i poteri, però, le cose non migliorano. Al contrario tutto procede in dirittura di arrivo nei riguardi della nuova e imminente apocalisse: la catarsi. Tra complottisti e verità celate, tutto sembra ripiegarsi su se stesso e i loro poteri sembrano quasi giustificare il loro istinto all’autodistruzione. Bambini capricciosi, traumatizzati, che non riescono ad andare d’accordo nonostante abbiano trent’anni a testa. Inutile diventare genitori, inutile provare a vivere la propria rinnovata identità, tutto sembra diretto al nuovo capriccio di turno.

Ben rende di nuovo tutti super. Klaus è costretto a diventarlo perché sta per morire. I poteri, però, come dicevamo, non risolvono i mal contenti nelle loro vite. Le diverse storyline, di conseguenza, diventano inconsistenti e prive di significato. In alcuni casi, diventano mero servilismo morale per l’agire dei personaggi: Diego e Lila sono la perfetta rappresentazione di ciò, il fatto che loro abbiano dei figli diviene una non curanza nei riguardi di più nobili azioni.

The Umbrella Academy

Vogliamo proprio soffermarci sui personaggi di Klaus e di Cinque perché, com’era avvenuto nella precedente stagione, sono stati presi e buttati nel cestino. Sono tra i fratelli più interessanti, sia per vissuto che per super potere, ma a quanto pare sono destinati a non riuscire a superare i loro traumi. Devono rivivere all’infinito il loro dolore, più di quanto non facciano i loro fratelli. Tutta la questione tra Cinque e Lila? Perfettamente paragonabile a lui totalmente bloccato nell’Apocalisse e innamorato di un manichino. Klaus si disintossica, ma allo stesso tempo a causa del suo potere finisce per essere usato e sepolto sotto terra. Elementi buttati nella cacofonia di tutto ciò che accade nel mentre. Storyline accennate, senza che vi sia la reale possibilità di poter vedere al di là di tutto ciò. Fumo negli occhi.

Cosa poter dire sugli altri personaggi? In questa stagione sono stati ancor di più schiacciati in balia degli eventi, senza una reale direzione e una presa di posizione. In sostanza è come se mancasse qualcosa su tutta la linea. L’unica cosa che ha senso è effettivamente l’epilogo dei nostri eroi. Non c’era fine più plausibile di quella che hanno avuto, ovviamente serialmente parlando. Affidiamo il nostro cuore e i nostri eroi alle pagine del fumetto da cui sono nati, perché almeno quello non tradisce.

The Umbrella Academy

Non poteva esserci altra fine se non il reset, anche se è triste ammettere la mancanza di questa famiglia. È già nostalgico pensare che tutto quello che abbiamo avuto modo di vedere, in realtà, non sia mai esistito. Non è successo niente di speciale, invece noi abbiamo avuto modo di scampare ad almeno tre diverse versioni di apocalisse.

Siamo curiosi di sapere cosa ne possiate pensare voi, così da poter argomentare ulteriormente le nostre impressioni.

di Lapizia

Guardo troppi film e parlo troppo velocemente, ma ho anche dei difetti!

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